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Gas, ora si preoccupa anche l’Eni

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Gianluca Merla

Possibile intervento dell’Eni per sbloccare la situazione del gas in Italia. Ecco che cosa potrebbe succede

Da giorni l’Italia non riceve più il gas russo attraverso il suo condotto principale. Una situazione che, seppur non ufficialmente, è strettamente correlata con la questione geopolitica mondiale e la guerra in Ucraina.

(gas eni/Ansa)

Tra chi sta provando a proporre soluzioni vi è anche l’Eni, la quale ha deciso di farsi avanti per provare a sbloccare la situazione del gas in Italia. Ecco che cosa potrebbe succedere.

Ecco cosa potrebbe fare l’Eni per sbloccare la situazione del gas russo in Italia

Sono ormai quattro giorni che il gas russo diretto verso l’Italia è bloccato sul fronte del Paese, nei pressi del gasdotto del Tarvisio. A quanto pare sono gli austriaci ad aver effettuato il blocco, in quanto vorrebbero una garanzia da Mosca di circa 20 milioni per poter lasciare andare il flusso dell’oro blu.

A parlare della situazione è stato lo stesso amministratore delegato Eni, Claudio Descalzi, che ha spiegato come potrebbe essere lo stesso gruppo ad intervenire per tentare lo sblocco della situazione. Eni sta infatti verificando se ci sono le condizioni per poter “subentrare” a Gazprom e pagare la fideiussione, in modo da far arrivare il gas in Italia. Nonostante si tratti di una cifra irrisoria, infatti, la difficoltà starebbe nel fatto che la multinazionale russa paga in rubli e pagare garanzie in euro è complicato.

(gas eni/Ansa)

Cifre piccole, se pensiamo al fatto che vengono spesi miliardi di euro in importazioni di gas, ma che contribuiscono comunque ad alimentare le tensioni geopolitiche. La preoccupazione di Eni sta nel fatto che anche questo episodio non contribuirà affatto alla diminuzione dei prezzi. Dunque, il gruppo italiano vorrebbe proporsi per tentare una soluzione.

Intanto il prezzo del gas sulla borsa olandese è sceso a 170€ al Megawattora (dopo gli importi record oltre i 300€). Nonostante sia più basso rispetto al prezzo raggiunto a luglio, si tratta di un livello ancora molto alto che non provoca tranquillità da nessuna parte. Il timore, però, resta ancora una volta la speculazione, soprattutto per l’orizzonte invernale, dove i consumi di gas giornalieri vedranno un aumento doppio e il rischio è quello di una situazione di deficit di metano.

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