La Naspi è un istituto veramente importantissimo per gli italiani perché è un’indennità mensile di disoccupazione che viene erogata proprio a quei lavoratori che abbiano subito un’interruzione del rapporto di lavoro assolutamente involontaria.
Questo assegno ha una durata ben precisa e non si possono chiedere proroghe. Diversamente dal reddito di cittadinanza che può essere prorogato (almeno fino alle leggi di quest’anno) la Naspi non può essere prorogata. Ma vediamo come le ricche novità dell’INPS possano offrire un aiuto proprio a chi si trova in queste condizioni. La Naspi è un assegno mensile che può durare massimo 24 mesi; ovviamente la naspi non spetta se il rapporto di lavoro è stato interrotto per volontà del lavoratore.
La Naspi ha un importo che è calcolato proprio sulla base del reddito percepito nei quattro anni precedenti alla domanda. Già dall’ottavo giorno successivo al licenziamento spetta alla percezione della naspi. In particolare hanno diritto alla naspi i dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni, il personale artistico con l’apporto di lavoro subordinato i soci lavoratori di cooperative e gli apprendisti.
Invece la naspi non può essere richiesta dai dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni dagli operai agricoli a tempo indeterminato e dai lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno stagionale. Ma molto spesso quando finisce la naspi non si è ancora trovato il nuovo lavoro. Quando finisce la naspi se non si ha ancora a disposizione un lavoro si può richiedere un aiuto proprio all’INPS. Per poter richiedere l’aiuto all’INPS c’è bisogno di risiedere in Italia da dieci anni di non aver subito misure cautelari negli ultimi dieci anni e di avere un isee entro 9.360 euro.
Se si rispettano questi e pochi altri requisiti come ad esempio un patrimonio immobiliare entro i 30.000 euro, si potrà accedere al reddito di cittadinanza. E’ proprio perché il reddito di cittadinanza è un salvagente che aiuta tutti coloro i quali dopo la naspi non riescono a trovare un lavoro che le polemiche per la sua abolizione dall’anno prossimo si fanno ancora più serrate. Ma comunque non bisogna dare per scontato che l’esecutivo cancellerà il reddito grillino come aveva sostenuto in un primo tempo.
Infatti le ultime esternazioni di autorevoli esponenti della maggioranza fanno pensare piuttosto ad una diminuzione graduale. Ma il problema vero resta quello dei centri per l’impiego che non servono sostanzialmente a nulla. Il governo ha detto che vuole potenziarli, ma mancando cronicamente il lavoro al sud non si vede come questo possa essere utile. Tuttavia sicuramente il notevole pragmatismo del nuovo governo lo aiuterà a trovare una situazione sostenibile.
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