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Criptovalute e banche centrali spaventano le borse e il crollo diventa più probabile

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Salvatore Dimaggio

Molti oggi temono che la borsa possa crollare. Non si tratta di un evento che si verificherà domani, ma nell’aria c’è un forte timore che le borse siano sopravvalutate e siano davvero troppo fragili.

Ma due eventi negli ultimi giorni hanno portato i mercati ad essere molto più nervosi. Innanzitutto c’è stato il forte crollo delle criptovalute. E’ dall’inizio di questo 2022 che le criptovalute sono apparse in fase di fortissima debolezza ma fino ad oggi si era sempre pensato che in qualche modo queste valute virtuali potessero recuperare.

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Ma il crollo delle ultime settimane dovuto al fallimento di un grandissimo player del settore che ha lasciato un buco di oltre 30 miliardi di dollari ha decisamente cambiato tutto lo scenario. Questo grossissimo default nel mondo delle criptovalute ha determinato un vero e proprio crollo del valore del Bitcoin e delle altre monete virtuali. Quindi in tutto il ricco comparto delle criptovalute si è determinata una vera e propria situazione di panico.

Due grossi allarmi per il mercato

Il mondo delle criptovalute per anni è stato guardato con forte sospetto e scetticismo ma proprio negli ultimi anni invece si era assistito ad esternazioni clamorose. Goldman Sachs ad esempio lo scorso anno aveva definito le criptovalute come un bene di rifugio e come un vero e proprio antidoto dall’inflazione. Invece poi con la forte inflazione, le criptovalute hanno cominciato a perdere di valore e adesso con gli eventi degli ultimi giorni c’è stato un vero e proprio crollo. Ma se le criptovalute spaventavano i mercati sono anche le politiche delle banche centrali a spaventarli.

Si teme crollo in borsa (Pixabay)

In un certo senso le banche centrali e le criptovalute hanno seguito due dinamiche simili. Infatti è stato proprio nell’arco di questo 2022 che le banche centrali da colombe che erano sono diventate dei falchi, così come è stato proprio nell’arco di questo 2022 che le criptovalute dopo anni di quotazioni record hanno cominciato a scendere sempre di più.

Le colombe diventano falchi

Quindi i trader hanno assistito proprio nell’arco di questo 2022 a una perdita di valore del Bitcoin sempre più pronunciata e sempre più drammatica e allo stesso tempo hanno anche assistito alle banche centrali che modificavano progressivamente il loro atteggiamento. Infatti proprio all’inizio dell’anno le banche centrali erano estremamente caute sul fronte dell’inflazione e addirittura negavano che l’inflazione fosse un problema durevole. Si dimostravano poco inclini ad aumentare i tassi di interesse e dunque a fronteggiare l’inflazione che non percepivano come una reale minaccia.

I mercati sono in ansia

Ma proprio nell’arco di quest’anno le loro esternazioni sul fronte dell’aumento dei tassi si sono rivelate sempre più dure. In particolare è proprio la Fed degli Stati Uniti ad apparire sempre più determinata ad un aumento dei tassi. Chiaramente aumentare i tassi in modo sempre più forte significa rendere le borse sempre più fragili. Quindi sono proprio questi due eventi maturati nell’arco del 2022 e che si stanno rivelando sempre più forti e sempre più impattanti a spaventare le borse. Paradossalmente questi due grossi mutamenti dello scenario alle borse sembrano fare anche più paura della guerra in Ucraina.

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