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Un certo tipo di ambientalismo è solo un’atroce forma di esclusione sociale

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Salvatore Dimaggio

Abbiamo tutti un atteggiamento molto benevolo nei confronti dell’ambientalismo.

In effetti gli ambientalisti si impegnano per un maggiore rispetto dell’ambiente e perché l’uomo conduca una vita più sostenibile. Sappiamo bene tutti quanto l’inquinamento sia dannoso per la salute dell’uomo e per gli equilibri del pianeta. Di conseguenza l’opera degli ambientalisti mira proprio a rendere meno pesante l’impatto dell’uomo sul pianeta e ad abbassare quegli effetti negativi che l’antropizzazione produce sull’ambiente circostante.

Povero
ambientalismo (I Love Trading)

L’impegno degli ambientalisti non va soltanto a favore delle varie specie animali e vegetali ma anche dell’uomo stesso perché l’inquinamento è estremamente nocivo anche per la salute umana. Tuttavia la nuova direttiva europea che prevede case ad elevata classe energetica entro il 2030 è proprio sintomatica di un certo tipo di ambientalismo che sostanzialmente non è altro che disprezzo per i più poveri.

Non sulla pelle dei poveri

Le auto elettriche sono ecologiche e sostenibili ma costano anche il doppio rispetto ad un’utilitaria. Le case green sono molto alla moda perché hanno un bassissimo impatto ambientale ma sono anche case di lusso e costosissime che i poveri possono guardare soltanto con il binocolo.

In sostanza l’ambientalismo delle auto e delle case sostenibili non è altro che un modo per creare l’ennesimo divario tra ricchi e poveri. Ma è un divario particolarmente odioso perché il povero in questo caso deve anche sentirsi in colpa per una presunta minore sensibilità ambientale. Se l’Europa vuole che le case siano maggiormente sostenibili deve però anche imporre che questo onere per una maggiore sostenibilità ambientale delle case non ricada sui proprietari delle case stesse ma ricada sui cittadini più ricchi con una tassa extra.

Lusso green: una stortura che esclude

Infatti l’imposizione fiscale italiana ha una natura progressiva. Premiare i ricchi che possiedono case green e colpire con un obbligo di adeguamento costosissimo i poveri che abitano in case a bassa classe energetica è qualche cosa di odioso insensato ed illogico. Ambientalismo deve fare rima con equilibrio e il primo squilibrio da combattere e lo squilibrio del divario tra ricchi e poveri.

Infatti non si può parlare di equilibrio dell’ecosistema se lo si fa a scapito di un forte disequilibrio sociale. Infatti se ci pensiamo bene quello che gli ambientalisti chiedono è proprio il rispetto dell’equilibrio tra uomo e natura. Ma che senso ha chiedere il rispetto dell’equilibrio tra uomo e natura quando si fa scempio dell’equilibrio che deve esistere tra tutti gli uomini?

Aumento della classe energetica a spese dei ricchi

Quando la sostenibilità ambientale passa attraverso beni e servizi che escludono i più poveri ecco che si sta creando una mostruosità. Se le case devono aumentare di classe energetica questo va fatto a spese di chi ha di più e non a spese di chi su quelle case non riesce più oramai neppure a pagare le bollette.

La direttiva UE discrimina i poveri
La direttiva UE discrimina i poveri / I Love Trading

Con questa riflessione non si vuole assolutamente criminalizzare o in qualche modo sminuire l’ambientalismo sano che ha genuinamente a cuore le sorti del pianeta ma si vuole porre l’attenzione sul fatto che oggi la vera tragica emergenza è quella dei tanti che non riescono ad andare avanti e si vuole sottolineare come il focus principale debba essere proprio questo: un aiuto minimo garantito a tutti perché ormai in Italia ma anche in tanti altri paesi d’Europa veramente troppe famiglie non hanno più neppure da mangiare.

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