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Rottamazione cartelle, i comuni italiani che hanno negato lo stralcio dei debiti

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Fabiana Donato

Rottamazione cartelle, novità sulla possibilità dello stralcio di debiti, alcuni Comuni hanno negato questa prospettiva, ecco quali e perché.

La legge di bilancio in avvio a partire dalla fine di gennaio 2023 comporta numerose innovazioni, tra le quali il provvedimento dello stralcio di bilancio. In cosa consiste? La mossa economica consta nel far scomparire parte delle somme di debiti contratte dai contribuenti, cioè da tutti i cittadini. Questa decisione però è in via di determinazione, perché non tutti i Comuni hanno aderito.

rottamazione cartelle cosa sapere
euro banconote – Credits: Pixabay (Ilovetrading)

La ragione per cui non tutti i comuni hanno aderito allo stralcio di bilancio è abbastanza evidente. Il far venir meno i debiti contratti dai contribuenti comporta una grossa perdita per i comuni, perché le somme di debito non ripagate resteranno tali, appunto non verranno versate. Il totale dei debiti comunque ammonterebbe a circa 1000 euro secondo quanto prestabilito dal Governo della Meloni. Quindi, i rispettivi comuni stanno decidendo se attuarlo o meno, e non solo.

Cosa riguardano nello specifico i debiti? IMU, TARI, TASI, l’imposta comunale IRPEF, e altre tasse non versate al comune, allo stato, o i gli stessi contributi INPS, senza dimenticare le multe stradali.

Rottamazione cartelle, i comuni che hanno detto no

La decisione riguarda anche la portata dell’accettazione del provvedimento, perché i rispettivi comuni possono tenere in considerazione lo stralcio di bilancio solo per sanzioni o interessi, non nella totalità. Quello che è certo è che i suddetti comuni dovranno comunicare la scelta entro il 31 gennaio, perché dopo le contestazioni in merito all’obbligatorietà del provvedimento, comunque dovranno prendere una posizione. Ecco quali comuni l’hanno presa e consolidata.

rottamazione cartelle i comuni che non aderiscono
rottamazione cartelle (credits: Pixabay Foto di moerschy da Pixabay)- Ilovretrading.it

I debiti da “sanare” dovrebbero comunque essere quelli di vecchia data, si stima un periodo che va dal 2000 al 2015. In questo frangente, appunto molti comuni hanno ampiamente contestato l’obbligatorietà del provvedimento, perché conoscono l’ammontare della perdita di denaro. Senza questa decisione avrebbero potuto ancora ottenere le somme dovute mediante la riscossione.

Tra coloro i quali hanno detto di no e stanno mantenendo questa posizione, ci sono i comuni di Milano e Roma. Se la Capitale accettasse lo stralcio di debiti perderebbe circa 240 milioni di euro. Cosa accadrebbe se alcuni comuni non si decidessero entro il tempo limite? Il provvedimento entrerebbe in vigore in automatico, i cittadini vedrebbero saldati i loro debiti.

In caso contrario, se i comuni accettassero lo stralcio di debiti, come avverrebbe questo procedimento? In automatico e senza alcuna richiesta. Il meccanismo diventerà ufficiale da marzo 2023, e gli importi verranno calcolati mediante tagli che vanno fino a 1000 euro e concernono capitale, le sanzioni e gli interessi. Per avere ulteriori informazioni sulla propria condizione si può consultare il sito dell’Agenzia delle Entrate o al comune di appartenenza.

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