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Superbonus, niente paura: il Governo conferma lo stop ma ha già la soluzione

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Samanta Airoldi

Nessun passo indietro da parte del Governo Meloni sullo stop al Superbonus. Tuttavia si sta lavorando ad un “salvagente”.

Tornare indietro sul Superbonus non è possibile. Il decreto nato in casa grillina sarebbe un’ipoteca troppo pesante sul futuro dei giovani. Meglio trovare soluzioni alternative.

Superbonus il Governo ha la soluzione
Il Governo conferma lo stop al Superbonus – (Foto Ansa) – Ilovetrading

Molti speravano che, dopo l’incontro a Palazzo Chigi con le associazioni per le imprese, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti tornasse sui suoi passi. Ma il leghista non ha fatto retromarcia e il Governo Meloni ha confermato lo stop alla cessione dei bonus edilizi dopo il 16 febbraio. Al tempo stesso, però, l’Esecutivo apre all’utilizzo degli F24 – Imu, Tari e altre tasse che i cittadini pagano con questa modalità- per sbloccare i vecchi crediti incagliati che secondo il Tesoro sono superiori alle previsioni e ammontano a 19 miliardi.

Nel corso dell’incontro a Palazzo Chigi tra l’Esecutivo e le categorie del settore edilizio, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha messo sul tavolo anche la possibilità di valutare piccole deroghe per garantire ancora lo sconto in fattura alle famiglie meno abbienti, agli incapienti e ai comuni del cratere del terremoto. Se ne riparlerà in un tavolo tecnico insieme alle associazioni delle aziende. La strada tracciata riprende una proposta di Ance e Abi e funziona così: le banche utilizzano gli F24 compilati dai clienti per pagare le tasse e li riversano all’Erario, compensandoli con i crediti del Superbonus. Il meccanismo serve per ridare capienza fiscale alle banche che, così, possono riprendere ad acquistare i crediti edilizi dando respiro a famiglie e imprese. A rischio, infatti, migliaia di piccole e medie imprese per cui il fallimento – dopo lo stop al Superbonus- è diventato  ben più di una possibilità.

Come sbloccare i crediti incagliati?

Secondo alcuni partecipanti alla riunione, il ministro Giorgetti avrebbe fatto riferimento agli F24 «diretti», relativi ai contributi, parlando di uno spazio fiscale per il 2023 di 30 miliardi di euro. Una stima che però al momento non trova riscontro tra le banche che sembrano scettiche sul poter riattivare uno spazio così grande.

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Proteste fuori da Palazzo Chigi – (Foto Ansa) – Ilovetrading

Durante la discussione, le imprese hanno chiesto l’aiuto delle partecipate come Eni e Enel, che in virtù degli extraprofitti realizzati con la crisi energetica potrebbero dare una mano nell’acquisto dei crediti. Stesso discorso per Rfi che invece potrebbe avere uno spazio contributivo – grazie ai suoi dipendenti – molto ampio da compensare con i crediti fiscali. Ipotesi che sembrano comunque difficili da prendere in considerazione. Così come apoare altamente improbabile un intervento di Cassa depositi e prestiti e di Sace.

Il ricorso a Cassa depositi e pprestiti appare lungo e complesso, esattamente come la cartolarizzazione delle attività fiscali, che andrebbero poi collocate sul mercato con società  specializzate. Ma le imprese – soprattutto le piccole e medie imprese- necessitano di risposte rapide per far ripartire i lavori e non andare in perdita. In molti casi, infatti, i materiali sono stati già acquistati. Quindi, la priorità del Governo di Giorgia Meloni per evitare il default di 25 mila imprese e lo stop a 90 mila cantieri è sbloccare i 19 miliardi incagliati.

Sindacati in sciopero

Mentre a Palazzo Chigi si discuteva, fuori andava in scena una protesta di una delegazione dell’associazione “Esodati del Superbonus”, che con cartelli e cori ha denunciato il mancato invito del Governo. Queste persone si ritrovano con i lavori di ristrutturazione avviati in casa, ma non completati perché le ditte non riescono a cedere i crediti. Il Partito democratico ci ta tenuto a ricordare che la Maggioranza ha bocciato sia un emendamento dei Dem alla manovra che prevedeva l’aiuto di Cdp per riattivare il mercato dei bonus edilizi, sia l’utilizzo degli F24 per compensare i crediti. Intanto le firme sindacali Cgil e Uil sono pronte allo sciopero: stando alle prime stime, con questo stop del Governo ai bonus edilizi, i posti di lavoro che potrebbero saltare, sono più di centomila

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