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Salario minimo: come ottenerlo e cosa cambia | Rivoluzione anche su Naspi e Smart Working

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Daniele Orlandi

Con la nuova riforma del lavoro potrebbero esserci novità importanti sul fronte del salario minimo, oltre ad una rivoluzione della Naspi e dello smart working.

Il governo sta alacremente lavorando a due delle riforme più attese del 2023, quella del fisco e quella del lavoro. Sul fronte del lavoro le anticipazioni sono tante e molte si concentrano su quella che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione del salario minimo.

salario minimo la novità
Novità importanti dalla riforma del lavoro (AnsaFoto) – ilovetrading.it

Oltre alle possibili novità per ciò che riguarda Naspi, regole dei contratti e smart working. Facciamo dunque una panoramica delle preannunciate e possibili novità della prossima riforma del lavoro.

Per quanto riguarda il salario minimo le raccomandazioni in merito ad una sua ‘revisione’ sono arrivate negli ultimi mesi dall’Unione Europea agli Stati membri. La scadenza è stata fissata per il 15 novembre 2024, data entro la quale tali direttive dovranno essere recepite ed attuate. Per quanto riguarda l’Italia non è ancora chiaro come questa indicazione verrà concretizzata ma certamente rappresenterà uno strumento per la protezione dei lavoratori dal rischio di ritrovarsi a vivere in condizioni di povertà.

Salario minimo, molte novità in vista: una vera rivoluzione

Le somme esatte dovranno però essere calcolate con estrema ‘pazienza’ nell’arco dei prossimi mesi. Al momento sappiamo che la direttiva è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Ue ed occorre precisare, in ogni caso, che si tratta solo di un invito ad introdurre la misura, non prevedendo dunque un vero e proprio obbligo.

riforma del lavoro smart working
Giorgia Meloni e la riforma del lavoro (AnsaFoto) – ilovetrading.it

Nel Belpaese diversi esponenti politici hanno però manifestato apertura da questo punto di vista, favorevoli dunque all’introduzione di un salario minimo; che, qualora arrivasse ufficialmente, potrebbe rappresentare un fondamentale strumento per definire, dal punto di vista salariale, tutti i lavoratori dipendenti. E che, dunque, il governo potrebbe aggiungere alla serie di modifiche legate alla validità e alla durata dei contratti di lavoro; ma anche all’indennità di disoccupazione (la Naspi) e alle modalità di lavoro da remoto. L’indennità, ad esempio, potrebbe cambiare per ciò che riguarda tempi e durata, con la nuova riforma del Lavoro del governo Meloni. Ad oggi la ricevono i lavoratori che rimangono per un massimo di due anni in totale stato di disoccupazione “involontaria”, percependo l’indennità a copertura della metà delle settimane di lavoro calcolate sul precedente quadriennio maturando, come indennizzabili da Naspi, il 50% delle giornate di lavoro effettuate.

Proprio questa percentuale potrebbe essere drasticamente ridotta passando al 40 o addirittura al 30%. Per fare un esempio: chi matura un anno di lavoro potrebbe ricevere l’indennità per non più di 4 mesi. Passando allo smart working, la riforma potrebbe prevederne la possibilità qualora le condizioni di aziende o enti lo consentano ma sempre sulla base di specifiche regole che verranno stabilite.

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