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Fisco: cambia tutto per pensionati e partite IVA | Chi guadagna, chi perde e cose da fare

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Riccardo Magliano

La riforma del Fisco cambia le cose per pensionati e partite IVA. Per alcuni le cose migliorano, per altri andranno sempre peggio.

La riforma del Fisco ha già lasciato il Consiglio dei Ministri ed è prossima alla conferma definitiva. Si tratta di una misura molto importante perché cambierà gli equilibri fiscali di tutta la popolazione italiana. In alcuni casi ci si guadagna, in altri ci si perde.

Fisco: cambia tutto per pensionati e partite IVA
Fisco: cambia tutto per pensionati e partite IVA – ANSA – ilovetrading.it

La riforma del Fisco proposta dal Governo Meloni ha come obiettivo quello di rendere le pratiche burocratiche attorno all’Agenzia delle Entrate più intuitive e user friendly per i contribuenti. La parola d’ordine per questa imponente manovra è “semplificazione”, in modo da rendere il Fisco non un’entità lontana e avversa ai contribuenti, ma un mezzo per aiutarsi a vicenda. Tra le molte misure che figurano all’interno del testo della riforma e che stanno venendo ampiamente discusse la più importante è la riforma delle aliquote IRPEF. Le modifiche delle tasse sul reddito saranno centrali per moltissimi italiani, in particolare coloro che percepiscono una pensione e per i lavoratori a partita IVA.

Attualmente siamo in un sistema a 4 aliquote IRPEF, realizzato dal Governo Draghi quando ha cambiato il sistema fiscale nel 2019 rispetto al precedente schema a 5 aliquote. Le aliquote IRPEF si configurano in questo modo:

  • aliquota al 23% per i redditi inferiori a 15.000 euro;
  • aliquota al 25% per i redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro;
  • aliquota al 35% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro;
  • aliquota al 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Il sistema semplificato che Giorgia Meloni vuole introdurre con la prossima riforma fiscale è ancora più ristretto, con sole 3 aliquote IRPEF.

Riforma fiscale, ecco cosa cambia per pensioni e partite IVA

Secondo l’ipotesi più accreditata, in assenza della conferma al 100% delle istituzioni, la nuova divisione delle aliquote IRPEF dopo la riforma fiscale dovrebbe essere questa:

  • aliquota al 23% per i redditi inferiori a 15.000 euro;
  • aliquota al 27% per i redditi compresi tra 15.000 e 50.000 euro;
  • aliquota al 43% per i redditi superiori a 50.000 euro.

Quindi la riforma farebbe una crasi delle due aliquote mediane, rendendo le due aliquote al 25% e al 35% un’unica aliquota al 27% per tutti i redditi compresi tra 15.000 e 50.000 euro. Questo cosa comporta? Due differenze fondamentali.

Per coloro che hanno redditi compresi tra 15.000 e 28.000 euro ci sarà un leggero aumento delle tasse sul reddito del 2%, ma per contro ci sarà una netta diminuzione delle tasse sul reddito per i contribuenti che hanno un reddito compreso tra 28.000 e 50.000 euro, per una misura dell’8%.

Fisco, i cambiamenti
Fisco: cambia tutto per pensionati, le novità – ANSA – ilovetrading.it

Altre possibili ipotesi della riforma del Fisco

Questa, tuttavia, non è l’unica possibilità che sta venendo vagliata dall’esecutivo. Sebbene sia quella ritenuta più probabile, ci sono anche altre possibilità che potrebbero avverarsi una volta entrata in opera la riforma.

 

Una seconda possibilità potrebbe essere un aumento dell’aliquota mediana al 33%. In questo caso l’aumento delle tasse per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro sarebbe molto più alto, così come più bassa sarebbe la diminuzione della mole di tasse per i redditi superiori. Una seconda alternativa sarebbe quella di dividere le aliquote come segue:

  • aliquota al 23% per i redditi inferiori a 15.000 euro;
  • aliquota al 27% per i redditi compresi tra 15.000 e 75.000 euro;
  • aliquota al 43% per i redditi superiori a 75.000 euro.

Questo andrebbe ad agevolare enormemente i redditi più alti, penalizzati precedentemente dalla manovra fiscale di Mario Draghi.

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