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Chi andrà in pensione nei prossimi 5 anni: Governo e INPS cambiano tutto

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Samanta Airoldi

Importanti novità per quanto riguarda le pensioni: Governo e INPS cambiano tutto. Ecco chi potrà andare in pensione nei prossimi 5 anni.

Andare in pensione è il traguardo a cui tanti lavoratori ambiscono. Il Governo Meloni e l’Inps hanno improvvisamente cambiato le regole del gioco. Vediamo insieme chi potrà ritirarsi dal lavoro nei prossimi cinque anni.

Chi andrà in pensione nei prossimi 5 anni
Molte persone potranno andare in pensione nei prossimi 5 anni- ( Ansa foto)- Ilovetrading.it

Attualmente l’età pensionabile in Italia è di 67 anni con almeno 20 di contributi. Laddove un lavoratore avesse raggiunto 41 anni di contribuzione, può ritirarsi dal lavoro a prescindere dall’età anagrafica. Di contro, chi ha 67 anni ma non ne ha ancora 20 di contributi, deve continuare a timbrare il cartellino. Il Governo Meloni sta lavorando ad una riforma delle pensioni che consenta ad un numero crescente di persone di ritirarsi prima dei 67 anni.

Uno degli obiettivi dell’Esecutivo è quello di superare la legge Fornero entro la fine di questa legislatura anche per favorire il ricambio generazionale sui luoghi di lavoro. È stato stimato che nei prossimi 5 anni quasi il 12% degli italiani lascerà definitivamente il posto di lavoro per aver raggiunto il limite di età.

Ecco chi andrà in pensione nei prossimi 5 anni

Si sente spesso ripetere che l’Italia non è un Paese per giovani. Sempre più ragazzi e ragazze, infatti, dopo aver conseguito laurea o Dottorato, prendono il primo volo per l’estero e non tornano più. Questo sta creando una serie di problemi che si estendono un po’ a tutti i settori lavorativi.

Pensione entro 5 anni
Ecco chi andrà in pensione nei prossimi 5 anni/ Ilovetrading.it

ll progressivo invecchiamento della popolazione sta provocando un grosso problema al mondo produttivo. Da tempo sempre più imprenditori lamentano il fatto di non riuscire a trovare manodopera. Molti puntano il dito contro il Reddito di cittadinanza. Il Governo Meloni ha provveduto a sostituirlo con altre misure finalizzate proprio a rimettere in moto il mercato del lavoro.

Ma il Rdc non è l’unico ostacolo. Nel corso degli anni si è creato un progressivo disallineamento tra scuola e mondo del lavoro: in pratica molti giovani hanno competenze che in Italia non servono e, per questo, devono trasferirsi all’estero per non rimanere disoccupati. D’altro canto sempre più aziende ricorrono a manodopera straniera perché in Italia nessuno ha le competenze richieste.

Se entro i prossimi 5 anni, il 12% dei lavoratori – circa 2,7 milioni di persone-andrà in pensione, alcuni settori potrebbero entrare in crisi per mancanza di personale. Secondo le prime stime il settore più colpito sarà quello del pubblico impiego che vedrà uscire di scena oltre il 91% dei lavoratori. Se, invece, si analizzano le filiere produttive/economiche più interessate dall’esodo degli occupati verso la pensione troviamo:

  • il settore sanitario con 331.500 soggetti che lasceranno il lavoro.
  • A seguire i settori immobiliare, del noleggio, delle investigazioni, dei servizi di pulizia e giardinaggio con 419.800 futuri pensionati.
  • Il settore più colpito in assoluto sarà quello del commercio e del turismo: ben 484.500 lavoratori andranno in pensione entro i prossimi 5 anni. E non si sa bene se e da chi potranno essere sostituiti.

 

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