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Sai quanto costa licenziare un dipendente? I costi nel 2023 sono aumentati

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Anna Di Donato

Con la rivalutazione è cambiata anche la somma del ticket di licenziamento. Ecco a quanto ammonta per il 2023 e come calcolarla

A partire da quest’anno, il costo da sostenere per il licenziamento di uno o più lavoratori aumenta. Già, perché licenziare un dipendente non è gratuito, ma bisogna pagare un ticket di licenziamento.

Licenziare: ecco quanto costa nel 2023
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Nello specifico, si tratta di un contributivo aggiuntivo da pagare all’Inps per il finanziamento della disoccupazione che il dipendente riceverà. Da quest’anno, come detto, la somma da corrispondere aumenta.

Tale ticket deve essere pagato ogni volta che termina un rapporto di lavoro dipendente a tempo indeterminato che dà diritto a percepire la nota indennità Naspi. Questo ticket non va pagato se è il dipendente a dare le dimissioni. Questo ticket è stato introdotto con l’obiettivo di finanziare la disoccupazione Naspi, disincentivare i licenziamenti.

Il ticket sopraccitato deve essere versato dal datore di lavoro con modello F24 in una sola rata, entro il 16° giorno del secondo mese successivo alla fine del rapporto di lavoro, con cifra che varia a seconda del tempo in cui il dipendente ha lavorato per l’azienda.

Ticket di licenziamento: importi e casi in cui va pagato

I datori di lavoro devono versare il ticket di licenziamento se si licenzia per crisi economica dell’azienda, oppure per giusta causa. E ancora, va pagato se il licenziamento è dato motivo oggettivo/soggettivo o collettivo.

Licenziare: quando pagare il ticket di licenziamento
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Va versato nel caso in cui il contratto di apprendistato non sia stato convertito in contratto a tempo indeterminato oppure per dimissioni per giusta causa o dimissioni di una lavoratrice in maternità. Per calcolare l’importo del ticket di licenziamento, bisogna guardare all’anzianità del dipendente. Il datore di lavoro, per il 2023, dovrà pagare il 41% del massimale mensile Naspi per ogni anno di anzianità del dipendente negli ultimi 3 anni.

In sostanza, il datore di lavoro dovrà versare 603,10 euro per gli ultimi 12 mesi di lavoro, per un importo massimo che può raggiungere i 1.809, 31 euro. Se il rapporto di lavoro, invece, dovesse essere al di sotto dei 12 mesi, il contributo si ridimensiona, pagando 50, 25 euro al mese per il numero di mesi in cui si è lavorato per l’azienda. Non si dovrà rideterminare il contributo di licenziamento se i lavoratori svolgono orario part time, perché le norme saranno identiche a quelle usate per il calcolo dei lavoratori full time. Il contributo sarà quindi intero.

In caso di licenziamento collettivo per imprese che fanno parte della Cigs, il ticket corrisponderà a un’aliquota maggiorata dell’82%. Se non ci si accorda con i sindacati, si farà la moltiplicazione per 3. Ergo, per 3 anni, l’importo massimo da versare sarà 10.855,90 per ogni dipendente.

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