La proposta di regolamento avanzata dalla Commissione Europea riguardo agli imballaggi per gli alimenti ha sollevato numerose polemiche.
La proposta si pone come obiettivo di favorire la transizione ecologica e di eliminare gradualmente gli imballaggi per il cibo ritenuti dispensabili, come quelli utilizzati per vendere nei supermercati alcuni tipi di frutta e verdura tra cui i cestini di fragole, le arance in rete, pomodorini in contenitori di plastica ed insalate imbustate. Non solo: l’attenzione è posta anche sulle bottiglie di vino nel formato magnum.
La proposta, tuttavia, ha sollevato perplessità e polemiche da parte di Coldiretti e di Confindustria, che temono un significativo sconvolgimento delle abitudini di consumo degli italiani, con una ricaduta negativa sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista igienico-sanitario e di conservazione degli alimenti.
Secondo la Coldiretti, infatti, eliminare gli imballaggi delle confezioni monouso per frutta e verdura per i quantitativi inferiori al peso di 1,5 chilogrammi potrebbe condurre ad un aumento degli sprechi, minore garanzia dell’integrità dei prodotti soprattutto in relazione alle attività di trasporto e consegna e “potrebbero aumentare i costi per i consumatori e per i produttori”. In un momento in cui, inoltre, il consumo di frutta e verdura risulta già provato da una diminuzione del 20% circa rispetto al periodo 2015-2018.
A rincarare la dose di preoccupazioni è intervenuta anche Confidustria, dichiarando che l’eventuale introduzione della norma proposta potrebbe mettere a rischio quasi sette milioni di posti di lavoro soltanto nella filiera delle imprese italiane dedicate al settore. Secondo Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria, le misure a favore della transizione ecologica devono andare di pari passo con il supporto “alle aziende di sostenerne i costi, mantenendo alte leadership e competitività sui mercati internazionali”.
Altrimenti, sempre secondo Orsini, il rischio è che il problema ambientale possa anche “diventare sociale se non rispettiamo la neutralità tecnologica”, necessaria a suo dire per completare la transizione ambientale insieme a maggiori “investimenti e soprattutto la necessaria proporzionalità e gradualità nelle regole”, tale da garantire alle aziende i tempi ed i modi necessari per affrontarne i dovuti investimenti.
Confindustria ha poi concluso sottolineando che “nel riciclo e nel packaging l’industria italiana è all’avanguardia, e ha investito per anni”: il timore, dunque, è che gli ingenti sforzi sostenuti ed i capitali investiti nel settore negli ultimi anni possano, a seguito dell’eventuale introduzione della norma proposta dalla Commissione Europea, andare in fumo.
Sicuramente avrete sentito parlare della fine del Mondo in termini di città più a Sud,…
Reduce da un enorme successo agli Oscar, Oppenheimer si è portato casa diverse statuette, tra…
Organizzare una cerimonia di matrimonio tradizionale, al giorno d’oggi, può rappresentare una vera e propria…
Non è insolito ritrovarsi con un mucchietto di cera che si potrebbe riutilizzare, derivante da…
Le illuminazioni negli acquari sono molto affascinanti da vedere, ma lasciarle sempre accese potrebbe essere…
Lavorare nel centro di Milano ha un costo non indifferente: ecco la dichiarazione di Carlo…