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Donare soldi ai figli o ai familiari senza pagare tasse è possibile e ci sono vantaggi fiscali da sfruttare

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Samanta Airoldi

Non tutti lo sanno ma è possibile donare denaro ai familiari senza pagarci sopra le tasse. Vediamo insieme cosa bisogna fare.

Le donazioni dai genitori verso i figli, di questi tempi, sono sempre più frequenti. Non tutti lo sanno ma c’è un modo per evitare di pagarci sopra le tasse. In questo articolo vi spieghiamo tutto nei dettagli.

Donazioni, vantaggi fiscali
Le donazioni non devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi/ Ilovetrading.it

Non è così raro che genitori o nonni facciano donazioni di denaro in favore di figli o nipoti per aiutarli a sostenere spese importanti. Finire di pagare il mutuo della casa o acquistare un’automobile: tutte spese che, attualmente, sono sempre più difficili da affrontare per chi percepisce uno stipendio medio. Del resto siamo la prima generazione ad essere più povera di quella che ci ha preceduto.

Se la donazione è di grande importo è necessario che avvenga tramite atto notarile e alla presenza di due testimoni: diversamente verrà annullata. Inoltre  la donazione di denaro in contanti non deve superare la soglia di 4.999,99 euro: da 5.000 euro in su bisogna obbligatoriamente effettuarla mediante bonifici o assegni o vaglia o tramite carte di credito o di debito.

Donazioni tra familiari: come non pagare le tasse

Molti temono di dover riportare la donazione ricevuta nella dichiarazione dei redditi e, dunque, di doverci pagare le tasse. Vediamo insieme cosa è necessario fare per evitare le imposte.

Le donazioni tra familiari non sono qualificate come reddito imponibile. Pertanto non è necessario riportarle nella dichiarazione dei redditi. Tuttavia c’è la tassazione della donazione che segue le stesse regole delle tasse sulle successioni.

Donazioni e tasse
Le donazioni non sono soggette a Irpef/ Ilovetrading.it

Le donazioni tra coniugi e ascendenti o discendenti diretti – quindi genitori e figli, nonni e nipoti, bisnonni e bisnipoti – sono esentasse fino a un importo massimo di 1 milione di euro. Oltre questa cifra, si paga l’imposta sulle donazioni, con l’aliquota del 4% sull’eccedenza: ad esempio, una donazione di 1.200.000 euro sconterà l’imposta del 4% su 200.000 euro, pari a 8.000 euro. Nel caso il cui il beneficiario sia affetto da grave handicap, la donazione sarà esentasse fino a 1 milione e mezzo di euro.

Questa elevata franchigia – cioè la soglia di esenzione d’imposta fino ad un milione di euro – vale nei confronti di ciascun beneficiario: ad esempio, un genitore potrà donare 950.000 euro a ciascuno dei tre figli senza essere soggetto al pagamento dell’imposta sulle donazioni. L’esenzione scende nel caso di legami di parentela meno stretti. Ad esempio le donazioni tra fratelli sono esentasse fino a 100.000 euro e l’aliquota d’imposta sale al 6% per la parte eccedente; per le donazioni tra parenti fino al quarto grado non c’è alcuna esenzione e l’aliquota resta al 6%.

Oltre al quarto grado di parentela l’aliquota Irpef è dell’8% esattamente come per le donazioni tra estranei. Per evitare le possibili contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate sulle donazioni di denaro avvenute tra familiari – in tutti i casi in cui non vengono formalizzate in un atto pubblico notarile o in un contratto registrato – è opportuno specificare nella causale del bonifico bancario che si tratta di una donazione. In questo modo  la provenienza del denaro risulterà chiara e incontrovertibile.

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