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In arrivo controlli a tappeto sulle Partite Iva nuove e anche su quelle già esistenti: attenzione a questi fattori

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Valentina Trogu

L’Agenzie delle Entrate verificherà tutte le Partite IVA, sia quelle nuove che quelle già esistenti. Scopriamo a cosa dobbiamo prestare attenzione.

Nel provvedimento numero 156803 del 16 maggio 2023 l’Agenzia delle Entrate ha comunicato l’attuazione di nuove norme inerenti i controlli delle Partite IVA.

Controlli del Fisco Partite IVA
In arrivo i controlli del Fisco sulle Partite IVA – Ilovetrading.it

I soggetti esercenti attività d’impresa, arte o professionale con Partita IVA verranno sottoposti a controlli da parte del Fisco. Le verifiche seguiranno nuove direttive e verteranno in direzione dell’attribuzione del numero di Partita IVA. Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha approvato il fac simile con il contenuto minimo della polizza fideiussoria o della fideiussione bancaria indispensabile per fare domanda di una nuova attribuzione della Partita IVA in seguito ad un provvedimento di cessazione.

Le novità sono state introdotte dalla Legge di Bilancio 2023 per rafforzare i controlli sui rilasci dei numeri in questione al fine di contrastare e prevenire fenomeni di evasione. Ecco perché le verifiche verteranno principalmente sulle Partite IVA di nuova attribuzione che potrebbero non aver adempiuto agli obblighi dichiarativi e di pagamento delle imposte dopo un periodo breve di operatività.

I controlli del Fisco sulle Partite IVA, le nuove direttive

I controlli riguarderanno non solo i numeri di nuova attribuzione ma anche le Partite IVA già esistenti. Il riferimento è a quelle che dopo un periodo di inattività oppure successivamente a modifiche dell’oggetto o della struttura riprendono ad operare senza piena operatività con inadempimento dei doveri fiscali.

Agenzie delle Entrate e Partite Iva novità sui controlli
Agenzia delle Entrate e controlli sulle Partite IVA – Ilovetrading.it

Compito dell’Agenzia delle Entrate è di svolgere analisi di rischio sui soggetti passivi di IVA. In base al risultato emerso, il Fisco potrà richiedere la comparizione presso gli Uffici dell’AdE per presentare le scritture contabili (se obbligatorie). Solo esibendo l’idonea documentazione, il professionista o titolare d’impresa potrà attestare l’assenza di profili di rischio. Non presentandosi presso gli Uffici di persona, invece, il soggetto rischia la cessazione della Partita IVA. Stessa conclusione non esibendo i documenti giusti. È prevista anche una sanzione di 3mila euro.

Nel provvedimento si legge come la cessazione della Partita IVA abbia effetto dalla data di registrazione in Anagrafe Tributaria della notifica. Inoltre, una volta effettuata seguirà l’esclusione dalla banca dati VIES (sistema per lo scambio di informazioni sull’IVA).

Il soggetto interessato dal provvedimento così come clienti e fornitori potranno constatare la cessazione accedendo al portale dell’Agenzia delle Entrate.

Quali sono gli elementi di rischio verificati

La valutazione dell’Agenzia delle Entrate prenderà in considerazione gli elementi di rischio relativi

  • al titolare della ditta individuale, al lavoratore autonomo o al rappresentante legale,
  • alla tipologia e modalità di svolgimento dell’attività verificando anomalie economico-contabili e strumentali,
  • alla posizione fiscale del soggetto titolare di Partita IVA se emergono gravi e sistematiche violazioni delle regole tributarie.
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