Tra i rischi legati ai debiti c’è anche quello del pignoramento della polizza vita? La risposta lascia tutti a bocca aperta
Quando si riceve una consulenza per tutelare il proprio patrimonio spesso si consiglia di acquistare una o più polizze vita. Generalmente i consulenti consigliano questa soluzione per salvaguardare il patrimonio dei rischi legati alla contrazione di debiti.
Il consiglio di tutelare il patrimonio dei debiti, tramite la stimolazione di una o più polizze assicurative, si fonda sull’articolo 1923 del Codice Civile che stabilisce che queste forme di assicurazioni non possono essere pignorate o sequestrate.
Tuttavia, le cose non stanno esattamente così. Di fatto, è intervenuta la Corte di Cassazione stabilendo quali sono i casi specifici nei quali la polizza vita può essere pignorata. Inoltre, sempre tramite sentenza della Cassazione sono stati individuati anche i limiti a tali pignoramenti.
La polizza vita è a rischio in caso di debiti? C’è poco da star sereni
Secondo quanto affermato dall’articolo 1923 del Codice Civile le somme di denaro dovute dall’assicuratore al contraente o al beneficiario godono di una certa tutela. Il suddetto articolo ha generato la convinzione che le polizze vita postali non possano essere pignorate o sequestrate dalle autorità competenti. Ma le cose non stanno così.
A tale proposito è intervenuta la Corte di Cassazione con la sentenza 10333/2018, affermando che solo le polizze vita che hanno finalità previdenziali non possono essere pignorate. Il discorso, invece, è diverso per le polizze che hanno una natura speculativa, per le quali la legge non prevede questo tipo di protezione. In sostanza, le polizze di natura speculativa vengono considerate un investimento e di conseguenza sono sottoposte alla disciplina relativa agli strumenti finanziari.
Affinché una polizza assicurativa abbia finalità previdenziali, essa deve essere strutturata in modo tale da riuscire a fornire un reddito al sottoscrittore dopo un determinato lasso di tempo. In pratica, questo tipo di polizze devono fornire una rendita, che solitamente viene corrisposta al raggiungimento della pensione. Dunque, questo tipo di polizze non solo finalizzate ad un profitto immediato, ma servono a garantire una sicurezza finanziaria nel lungo termine.
Affinché un contratto di assicurazione sulla vita possa essere considerato impignorabile è necessario che questo preveda la conservazione del capitale alla scadenza. Se, invece, la polizza viene stipulata con rischio posto interamente in capo soggetto assicurato, essa sarà considerata alla stregua di un investimento finanziario, perché sussistente un intento speculativo.
Per sintetizzare, la Corte di Cassazione è piuttosto chiara: non possono essere pignorate le polizze stipulate per tutelare l’assicurato dal danno provocato da un evento come la morte e o la sopravvivenza. Allo stesso tempo, beneficiano di questa tutela anche le polizze che non hanno lo scopo di risparmio, ma di integrazione previdenziale.