Il pensionamento in Italia è sottoposto a diverse condizioni, ma la pensione a 64 anni è possibile, e con un assegno fino a 1.400 euro.
Nell’ordinamento italiano sono previsti molti metodi per andare in pensione. Il primo è ovviamente il pensionamento di vecchiaia, ma esistono anche diverse misure di pensionamento anticipato. Con le giuste condizioni ci si può ritirare a 64 anni con un assegno di 1.400 euro al mese.

Il sistema pensionistico italiano è al centro dei pensieri di ogni nuova legislatura. In mancanza di una riforma completa della legge sul pensionamento che metta d’accordo tutte le parti in causa si è rimasti alla legge Fornero che per il 2023 prevede il pensionamento di vecchiaia all’età di 67 anni con un minimo di 20 anni contributi versati.
Alla legge strutturale negli ultimi anni sono stati affiancati alcuni scivoli pensionistici che permettono il pensionamento anticipato. Parliamo delle varie Quota 103, Opzione Donna, Quota 41 e Ape Sociale, pensate per fornire a specifiche categorie di lavoratori la possibilità di andare in pensione prima, anche se con un assegno pensionistico più basso.
Una delle problematiche più importanti del pensionamento in Italia riguarda i lavoratori che hanno cominciato la loro carriera dopo il 1995. I cosiddetti contributivi puri sono quelli che per ragioni anagrafiche hanno cominciato un’attività lavorativa dopo la riforma per cui il calcolo della pensione è passato dalla forma retributiva a quella contributiva.
Per questi c’è un ulteriore paletto alla pensione per cui è necessario che il calcolo restituisca un assegno pensionistico mensile pari a 1,5 volte l’assegno sociale. Spesso questo significa dover versare più dei 20 anni di contributi previsti dalla legge.
La via d’uscita anticipata per i contributivi puri
La pensione anticipata contributiva è una misura strutturale introdotta nel 2023 e che potrà essere presa anche negli anni avvenire. Si tratta di una misura di pensionamento anticipato che permette di andare in pensione all’età di 64 anni con un assegno pensionistico molto alto: fino a 1.400 euro. Per poter accedere a questa misura è necessario soddisfare 3 requisiti:

- avere almeno 64 anni di età;
- aver versato almeno 20 anni di contributi;
- avere il primo versamento contributivo dopo il 31 dicembre 1995.
Oltre a questo c’è il problema dell’importo della pensione. Come per la pensione di vecchiaia, anche per la pensione anticipata ai contributivi puri è richiesto di collezionare contributi tali per cui il calcolo finale restituisca un assegno pensionistico di almeno 1.408 euro al mese. Pari, cioè, ad almeno a 2,8 volte l’assegno sociale.
La discussione intorno alla misura
La pensione anticipata contributiva sta venendo fortemente discussa dai vari gruppi politici a proposito di come dovrebbe essere utilizzata. Alcuni stanno proponendo di aumentare la platea dei beneficiari di questa pensione estendendola anche a chi non è contributivo puro, ma in questo caso si presenterebbe un problema di costi per l’INPS.
Per ovviare a questo problema la risposta sarebbe di abbassare l’assegno minimo previsto per accedere alla pensione anticipata contributiva. Invece che 2,8 volte l’assegno minimo dovrebbe essere ridotto a 1,5 volte, come avviene per la pensione di vecchiaia, oppure anche a 1,2 volte. Per il momento le modifiche alla misura sono ancora in discussione e non si avranno ulteriori novità prima almeno del prossimo anno.