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Il TFR rende di più tenerlo in azienda o investirlo in un fondo pensione? La verità sulla scelta che conviene fare oggi

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Valentina Trogu

Oggi ragioniamo su una decisione che i lavoratori devono prendere, lasciare il TFR in azienda o investirlo in un fondo pensione? Ecco dove rende di più.

Capiamo qual è la resa del Trattamento di Fine Rapporto lasciato in azienda e a quanto ammonta la tassazione accumulandolo nei fondo pensione.

TFR in azienda o in un fondo?
Dove conviene lasciare il TFR? – Ilovetrading.it

I lavoratori dipendenti hanno l’opportunità di scegliere, al momento dell’assunzione, se tenere il TFR in azienda oppure in un fondo pensione. La decisione spesso lasciata al caso è in realtà molto importante dato che optando per l’investimento in un fondo privato non si potrà più tornare indietro. Qualora il dipendente non dovesse compilare il modulo TFR entro sei mesi, poi, il Trattamento verrebbe automaticamente destinato alla previdenza complementare con l’individuazione di un Fondo seguendo criteri specificati nel Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro.

In generale i lavoratori preferiscono lasciare il TFR in azienda. Tra il 2007 e il 2022, infatti, solo il 22% dei TFR è stato direzionato verso un fondo pensionistico. Eppure questa scelta è forse la più redditizia dal punto di vista economico e fiscale. Ma tutto dipende dal contesto. Nel 2022, infatti, il TFR lasciato in azienda ha rivisto una rivalutazione del 10% mentre quello nel fondo ha subito una perdita.

TFR in azienda o in un fondo pensionistico? I criteri di valutazione

Per comprendere quale sia la scelta realmente più conveniente occorre avere un’ampia visione e non fermarsi ai risultati di un singolo anno. Ma prima ancora si deve conoscere l’importanza del TFR così come i vantaggi e rischi di entrambe le soluzioni.

TFR azienda o fondo
Dove tenere il TFR? – Ilovetrading.it

Il Trattamento di Fine Rapporto è una somma di denaro accumulata durante la carriera lavorativa erogata al dipendente nel momento in cui cessa un rapporto di lavoro (per licenziamento, dimissioni, pensionamento). Corrisponde all’incirca ad una mensilità per ogni anno di lavoro.

Il lavoratore può scegliere di lasciare l’importo maturato in azienda o di destinarlo alla previdenza complementare. Nel primo caso il TFR sarà rivalutato annualmente di 1,5 punti percentuali fissi più il 75% dell’inflazione. La tassazione è legata alle aliquote IRPEF, dal 23 al 43%. Optando per il fondo pensionistico, invece, la rivalutazione dipenderà dalla linea di investimento scelta. Il rendimento medio è superiore e la tassazione è agevolata dal 9 al 15%. 

In conclusione il TFR in azienda non ha costi ma i rendimenti sono inferiori e la tassazione più alta. I fondi, invece, hanno un tassazione più bassa e rendimenti medi superiori garantendo un vantaggio economico nel lungo termine. La scelta finale è personale. Occorre ragionare a fondo per poi prendere la decisione migliore in base alla proprie esigenze.

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