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Pensioni vantaggiose per chi è nato fino al 1964: il Governo cambia tutto | Rivoluzione

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Giuseppe F.

Ci sono soprese in arrivo per i nati fino al 1964, rispetto alla possibilità di accesso alla pensione. Il Governo pensa all’introduzione di nuovi margini per il pensionamento.

Si lavora ancora all’individuazione di nuove strategie, limitate da nomative ragionate e decreti, atte al superamento dei rigidi sbarramenti previsti dalla legge Fornero. Con il giusto incastro, dunque, molti nati fino al 1964 potrebbero rientrare nella quota indicata per poter sfruttare una misura agevolata per l’uscita dal lavoro.

Nati fino al 1964 subito in pensione
In pensione a 60 anni per i nati fino al 1964 – ilovetrading.it

Il Governo Meloni punta ancora molto su quota 96. Non è ovviamente detto che alla fine la misura sarà davvero varata, ma se tutto dovesse andare secondo i piani, per tantissimi italiani si sbarrerebbero presto le porte del pensionamento (soprattutto per chi è nato entro l’anno 1964).

Nello specifico, la misura si rivolge a lavoratori con 60 anni compiuti nel 2024. Quindi con quota 96, almeno teoricamente, sarebbe possibile ipotizzare un pensionamento a partire dai 60 anni di età, una volta raggiunti anche i 35 anni di contributi.

Per completare questa quota bisogna sommare i 35 anni di contributo ai 60 anni di età 60 e aggiungerne un altro. Questo perché il funzionamento della misura prevista dall’esecutivo si basa su un conteggio che prende in considerazione anche le frazioni di anno, cioè i mesi. Un lavoratore che chiede il pensionamento a 60 anni e 5 mesi dovrebbe quindi avere 35 anni e 7 mesi di contributi versati.

Pensione a 60 anni per i nati fino al 1964

Oltre all’ancora nebula quota 96, esistono altre misure che consentono di lasciare il lavoro a 60 anni di età. Per esempio, ci sono le pensioni anticipate ordinarie. Tale opzione scatta con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Governo Meloni: nodo riforma pensioni
Giorgia Meloni e la riforma delle pensioni (Foto: Ansa) – ilovetrading.it

La quota 41 è sfruttabile anche dagli invalidi, i disoccupati, i lavoratori con mansioni o professioni gravose e i caregivers, se hanno almeno un anno di contributi versati. Per le donne, già a 60 anni, scatta poi Opzione donna (per invalide e caregivers). Per chi ha avuto due o più figli l’uscita può essere addirittura anticipata a 58 anni. Con un solo figlio, invece, la pensione può arrivare a 59 anni. Le disoccupate e le lavoratrici inserite in un contesto di un’azienda in crisi possono sfruttare l’uscita a 58 anni.

Per tutte le forme di Opzione donna è prevista una carriera di 35 anni di versamenti. Per la vecchiaia con invalidità specifica, bastano poi 56 anni di età e 20 anni di contributi. E pure con l’80% almeno di disabilità, se certificata dalle commissioni mediche dell’INPS.

L’intera situazione sarà chiarita nel 2024. Intanto il Governo sta cercando i fondi per poter mettere insieme una riforma del sistema complessivo, anche se, al momento, sembra che l’esecutivo, si stia concentrando sulle quote e le misure per il pensionamento anticipato.

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