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TFR ed eredità: occhio alle nuove regole | Grossi rischi per chi non conosce la normativa

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Giuseppe F.

Il TFR è un diritto acquisito del lavoratore che va considerato ereditabile in senso non formale: per la normativa non si parla di vera e propria eredità.

TFR è l’acronimo del trattamento di fine rapporto, cioè la prestazione economica di cui ha diritto il lavoratore subordinato all’atto della cessazione del rapporto di lavoro. Questo trattamento matura per qualsiasi tipo di cessazione professionale (licenziamento, dimissioni, o raggiungimento dell’età della pensione…).

Eredità e TFR
TFR: il trattamento di fine lavoro è ereditabile? – ilovetrading.it

Abbiamo a che fare, né più né meno, con un compenso con corresponsione differita al momento della fine del rapporto di lavoro. Come una specie di salario posticipato calcolato per quote annuali. Per la legge italiana, la morte del lavoratore estingue il rapporto di lavoro per causa di forza maggiore. Perciò i familiari subentrano nei rapporti economici derivanti dalla risoluzione del rapporto stesso.

Ai sensi dell’art. 2122 c.c., l’indennità in questione spetta “al coniuge, ai figli e, se vivono a carico del prestatore di lavoro, ai parenti entro il terzo grado e agli affini entro il secondo“.

Il TFR appare in questo senso ereditabile, dato che viene inteso come un diritto di credito che la legge riconosce ai congiunti del defunto. Ma l’ereditarietà non è completa, visto che la normativa dà diritto a una quota del TFR del defunto ai congiunti a prescindere dal fatto che siano suoi eredi o meno.

In via generale, quindi, i familiari superstiti del lavoratore dipendente hanno diritto a chiedere e riscuotere il TFR per diritto proprio e personale attribuito loro dalla legge, indipendentemente dall’accettazione dell’eredità. Per la normativa attuale, gli eredi possono ottenere la somma maturata dal defunto come TFR anche se hanno rinunciato all’eredità: questa è dunque la regola generale.

TFR: come funziona per l’eredità

In base a quanto spiegato, il coniuge che per qualsiasi motivo rinuncia all’eredità ha comunque diritto a percepire la propria quota di TFR. Perché? Perché per la legge si tratta di un diritto proprio e non ereditario.

Soldi TFR ed eredità
A chi vanno i soldi del TFR dopo la morte del lavoratore – ilovetrading.it

In termini giuridici si ha a che fare con un diritto che discende automaticamente dalla qualità di coniuge o di figlio. Al contario, per gli altri parenti e gli affini, il detto diritto è subordinato all’ulteriore condizione che essi vivessero a carico del defunto.

Se il TFR è stato erogato prima del decesso, la somma è di fatto entrata nel patrimonio ereditario del lavoratore e pertanto dovrà essere ripartita tra tutti gli eredi, legittimi o testamentari, pro quota. Quando il trattamento non è ancora liquidato alla data di decesso del lavoratore, succede che la somma, non essendo entrata nell’asse ereditario del lavoratore, non può essere ripartita tra gli eredi.

La normativa afferma infatti che in caso di morte del prestatore di lavoro, le indennità indicate negli art. 2118 e 2120 c.c., secondo univoco orientamento giurisprudenziale, costituiscono oggetto di un diritto spettante “iure proprio” ai soggetti indicati nel comma 1 dell’art. 2122 c.c.

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