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Economia

Rendita INAIL ed indennizzi aumentano tanto: le nuove cifre ricche per i lavoratori

Sono stati rivalutati le rendite INAIL e gli indennizzi per danno biologico spettanti ai lavoratori infortunati. A quanto ammontano?

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha emanato il provvedimento con il quale è stata stabilita la rivalutazione annuale della rendita INAIL per danno biologico, in caso di infortunio sul lavoro.

I lavoratori che hanno subito un danno biologico hanno diritto ad una prestazione dall’NAIL (ilovetrading.it)

Nel dettaglio, dal 1° luglio 2023, gli indennizzi sono stati rivalutati dell’8,1%, sulla base dell’andamento dell’inflazione.

Ma in cosa consiste il danno biologico? Nel danno riportato all’integrità psicofisica da un lavoratore, in seguito a un infortunio oppure a una malattia professionale.

La misura, pagata dall’INAIL, prende il nome di indennizzo e si differenzia in due tipologie, in base all’entità dell’infortunio:

  1. capitale, per lesioni con invalidità dal 6% al 15%;
  2. rendita, per lesioni con invalidità dal 16% al 100%.

Con la rivalutazione, le liquidazioni in capitale ammontano tra i 9.600 euro e i 19.372,5 euro; le liquidazioni in rendita annua, invece, vanno dai 1.472 euro ai 26 mila euro.

Il metodo per calcolare rendite e indennizzi: attenzione ai parametri da considerare

Nell’ipotesi in cui l’invalidità sia superiore al 16%, il lavoratore ha diritto anche al riconoscimento del cd. danno patrimoniale e alla relativa rendita determinata in tal modo:

La cifra della rendita varia in base a numerosi fattori (ilovetrading.it)
  • una porzione per il danno biologico derivante dall’infortunio o dalla malattia, a seconda delle cifre contenute nella “Tabella indennizzo danno biologico in rendita” del D.M. 12 luglio 2000;
  • una porzione relativa alle conseguenze dell’invalidità sulla capacità lavorativa, sulla base della “Tabella dei coefficienti” del D.M. 12 luglio 2000.

In caso di morte di un familiare, invece, l’indennizzo spettante si calcola prendendo come parametro un “valore punto” di 3.365 euro.

I punti sono assegnati a seconda di tali elementi:

  • età della vittima primaria e della vittima secondaria: per i danni non patrimoniali spettano massimo 28 punti;
  • convivenza: se le due vittime erano conviventi, vengono assegnati 16 punti, che scendono a 8 nel caso in cui non convivevano ma abitavano nello stesso stabile;
  • altri congiunti sopravvissuti: per danni non patrimoniali spettano massimo 16 punti;
  • qualità e intensità della relazione: vengono attribuiti fino a 30 punti.

I punti totali si moltiplicano per il valore punto, fino ad un massimo di 336.500 euro.

Facciamo un esempio delle regole appena specificate.
Una madre di 45 anni ha diritto ad un indennizzo per la morte del figlio di 15 anni. Nella famiglia della vittima c’erano altre 2 persone. L’importo spettante si determina in questo modo:

  • risarcimento minimo: 74 punti per 3.365 euro, cioè 249 mila euro;
  • risarcimento medio: 89 punti per 3.365 euro, ossia 299 mila euro;
  • risarcimento massimo: non si può percepire più di 336.500 euro, anche se la somma dei punti comporterebbe un ammontare superiore.
Antonia Festa

Sono una giurista, grande appassionata del mondo classico, di letteratura, politica, musica, teatro e cinema, divoratrice di serie TV. Sono socia di una compagnia di teatro amatoriale e ho curato la sezione 'Intrattenimento' per un giornale online, recensendo film e spettacoli televisivi e teatrali. Attualmente, lavoro come web content writer, occupandomi soprattutto di temi di natura previdenziale ed economica, che mi permettono di coltivare e approfondire il mio interesse per il diritto.

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