Superato un lasso di tempo i debiti fiscali si considerano annullati: quali sono i termini di prescrizione per tutte le imposte.
Bollo auto, IRPEF, IRAP, IVA, IMU, TARI, TASI, Canone RAI, multe e contributi previdenziali: scopriamo quando vanno in prescrizione e non devono più essere pagate.

Ci sono tasse che non si dovrebbero più pagare perché arrivate al limite della prescrizione. Ma non è così facile come sembra. Prima di tutto, bisogna distinguere tra decadenza della cartella di pagamento e termini di prescrizione. La prima si riferisce alla sanzione prevista per non aver esercitato un’azione necessaria per acquisire un diritto. La prescrizione, invece, rappresenta una sanzione per l’Ente di riscossione per non aver esercitato un diritto nei termini.
L’Agenzia delle entrate decade dall’azione di riscossione se entro limiti precisi non comunica alcun atto, con avviso o cartella. In questo caso, tuttavia, se il diritto non è ancora prescritto, il credito può comunque essere preteso tramite un giudice. Il termine di prescrizione del diritto alla riscossione dei crediti è decennale, per gli accessori, ovvero sanzioni e interessi, è di cinque anni: lo ha deciso la Corte dii Cassazione con Ordinanza n. 27093/2022.
Tasse da pagare (anche Canone Rai): attenzione a queste date, puoi salvarti
A decadere non è il diritto di credito ma il diritto ad agire mediante riscossione. Quando invece una cartella cade in prescrizione, ad essere estinta non è solo l’azione, ma anche il diritto: un credito prescritto si considera estinto.

I termini di prescrizione (anche per il canone Rai) sono di 10 anni nel caso in cui i crediti siano stati accertati dal giudice con sentenza passata in giudicato. Per quanto riguarda i contributi previdenziali INPS, i contributi INAIL e i contributi Fondo pensioni lavoratori dipendenti e altre gestioni pensionistiche obbligatorie, incluso il contributo di solidarietà, i termini di prescrizione variano in base al periodo di riferimento, ovvero: 10 anni per contributi anteriori al 1 gennaio 1996; 10 anni in caso di mancato versamento dei contributi denunciato dal lavoratore o dai suoi eredi aventi diritto; 5 anni per i contributi successivi al 1 gennaio 1996.
Nel momento in cui la cartella di pagamento è definitiva, il credito si prescrive sempre 5 anni. IRPEF, IRAP e IVA si prescrivono secondo i termini ordinari di 10 anni. Anche per i tributi locali come IMU, TARI e TASI si applica l’articolo 2948, n. 4 del Codice Civile il quale sancisce la prescrizione in 5 anni di tutto ciò che viene pagato periodicamente. Le multe per violazione del codice stradale si prescrivono in 5 anni decorrenti dal giorno in cui è stata commessa l’infrazione. Per il mancato versamento del bollo auto la prescrizione è invece fissata a 3 anni decorrenti dal terzo anno successivo a quello a cui si riferisce il pagamento.