Chi siamo

Redazione

Disclaimer

Privacy Policy

Buoni fruttiferi postali scaduti all’insaputa dei clienti: ora Poste deve rimborsare tutto

Gerardo Marciano

Molti credevano di aver messo al sicuro i propri risparmi. Un semplice buono, una data, un valore: nulla lasciava immaginare che un giorno, alla richiesta di rimborso, la risposta sarebbe stata “è prescritto”. Una recente sentenza del Giudice di Pace ha scoperchiato un problema che riguarda migliaia di italiani. E se i propri risparmi, investiti in buona fede, venissero rifiutati solo perché nessuno ha mai spiegato quando andavano riscossi? Questa vicenda potrebbe cambiare per sempre il rapporto tra risparmiatori e Poste Italiane.

All’inizio sembrava un investimento come tanti. Cinque Buoni Postali Fruttiferi, sottoscritti tra il febbraio e il novembre 2002, per un totale di 3.500 euro. Nessun allarme, nessuna indicazione di scadenza evidente. Solo la convinzione, ampiamente diffusa, che si potesse ritirare l’importo quando necessario.

Persone felici che discutono sulla sentenza sulla prescrzione dei buoni postali
Buoni fruttiferi postali scaduti all’insaputa dei clienti: ora Poste deve rimborsare tutto-ilovetrading.it

Ma quando i titolari si sono recati presso l’Ufficio Postale, la realtà si è rivelata ben diversa: i buoni risultavano prescritti. E il capitale investito? Perso. Nessuno aveva parlato di scadenze. Nessun avviso, nessuna informazione. Solo una porta chiusa.

Da qui è nata l’azione giudiziaria che ha portato alla sentenza n. 101 del 2 luglio 2025 del Giudice di Pace di Sora, destinata a lasciare il segno.

Quando il silenzio costa caro: il giudice condanna Poste per mancanza di trasparenza sui Buoni Postali

Nel procedimento, i risparmiatori hanno sostenuto di non aver mai ricevuto il Foglio Informativo Analitico all’atto della sottoscrizione dei Buoni Postali Fruttiferi. Un documento essenziale, previsto dal decreto ministeriale che regola l’emissione dei BPF, e che dovrebbe indicare con chiarezza durata, rendimento e scadenza del titolo. Ma in questo caso, nulla è stato consegnato. Né a voce, né per iscritto.

Martello giudice
Quando il silenzio costa caro: il giudice condanna Poste per mancanza di trasparenza sui Buoni Postali-ilovetrading.it

Il giudice ha riconosciuto la responsabilità di Poste Italiane S.p.A., sottolineando che il buono postale rientra nei contratti asimmetrici, dove la parte forte, in questo caso Poste,  ha l’obbligo di fornire informazioni chiare e complete alla parte debole, cioè il risparmiatore. L’assenza di comunicazioni, e la mancata consegna del foglio informativo, hanno compromesso la possibilità di una scelta consapevole.

La sentenza del 2 luglio 2025 ha quindi accolto la richiesta di risarcimento: Poste Italiane è stata condannata al rimborso del capitale investito, con interessi, rivalutazione e spese legali. Ma soprattutto, ha affermato un principio fondamentale: non è il cittadino a dover cercare informazioni altrove, ma è l’intermediario a doverle fornire per legge.

Una pronuncia che può cambiare il futuro dei risparmiatori italiani traditi dai buoni postali

La decisione del Giudice di Pace di Sora non è isolata. In tutta Italia, sempre più sentenze riconoscono che i sottoscrittori dei BPF sono stati lasciati all’oscuro. Nessun foglio informativo, nessun avviso di prescrizione. E spesso nessuna possibilità reale di sapere quando il proprio diritto al rimborso si sarebbe estinto.

Il valore di questa pronuncia va ben oltre il rimborso ottenuto. Si tratta di un precedente giuridico che rafforza la posizione di chi si è trovato, o si troverà, in situazioni analoghe. Non è più possibile considerare normale che un titolo tanto diffuso possa diventare improvvisamente carta straccia solo per un deficit informativo.

C’è da chiedersi quanti altri risparmiatori siano oggi nella stessa condizione, convinti che i loro Buoni Postali siano ancora validi. La sentenza del 2 luglio 2025, n. 101, rappresenta una svolta e un segnale forte verso una maggiore giustizia sostanziale. Forse è il momento di ripensare profondamente il modo in cui si comunica con chi affida fiduciosamente i propri soldi a un’istituzione.

Gestione cookie