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Cedola alta o guadagno finale? Il grande dilemma sui BTP in scadenza nel 2037

Gerardo Marciano

Due titoli, una sola scadenza: eppure il modo in cui fanno crescere il capitale è completamente diverso. C’è chi li guarda per le cedole generose, chi invece per il potenziale nascosto dietro un prezzo d’ingresso scontato. Il bello è che entrambi dicono la verità, ma da prospettive che non potrebbero essere più lontane. In mezzo, l’investitore deve solo capire cosa cerca davvero: stabilità o trasformazione. Ecco perché il confronto tra i due BTP 2037 è tutto tranne che scontato.

Quando si pensa a un titolo di Stato, l’immaginazione va subito a qualcosa di sicuro, forse anche un po’ noioso. Ma è proprio lì che, a volte, si trovano le decisioni più significative. Prendere due obbligazioni con la stessa durata residua potrebbe sembrare una scelta semplice. In realtà, quel dettaglio comune nasconde due percorsi molto diversi.

Persona che analizza dei dati
Cedola alta o guadagno finale? Il grande dilemma sui BTP in scadenza nel 2037-ilovetrading.it

C’è chi vive meglio sapendo che ogni sei mesi arriverà qualcosa in tasca, e chi invece preferisce il silenzio del capitale che cresce lentamente ma in modo deciso. In questa apparente somiglianza si gioca una partita più grande: quella tra la tranquillità costante e la pazienza premiata. E i BTP con scadenza nel 2037 sono l’esempio perfetto di questo dualismo.

Il BTP con cedola al 4%: flussi regolari per chi cerca certezze e stabilità

Il primo dei due protagonisti, il BTP 4% 2037 (ISIN IT0003934657), offre cedole corpose e prevedibili. Due volte l’anno, l’investitore incassa il 2%, arrivando così a un totale del 4% annuale. Ma attenzione: il prezzo di mercato non è quello “classico” di 100 euro. Oggi si compra intorno ai 103,40 euro, il che significa che, alla fine, si incasserà un po’ meno del capitale investito.

Persone che deve scegliere ed ha dubbi
Il BTP con cedola al 4%: flussi regolari per chi cerca certezze e stabilità-ilovetrading.it

Chi punta su questo titolo lo fa per una ragione precisa: ricevere rendimenti regolari, perfetti per chi vuole integrare un reddito fisso o semplicemente avere una liquidità costante nel tempo. Il rendimento effettivo, tolte le tasse e aggiustato per il prezzo d’ingresso, si attesta attorno al 3,2% netto annuo. Un valore interessante per chi preferisce la prevedibilità ai colpi di scena.

C’è poi un vantaggio fiscale che non tutti considerano: la minusvalenza a scadenza può essere utile per compensare eventuali guadagni pregressi. Un dettaglio che, se inserito in una strategia più ampia, può diventare decisivo per la gestione del portafoglio. In pratica, questo BTP 2037 rappresenta la scelta di chi vuole un percorso lineare, dove ogni passo è visibile sin dall’inizio.

Il BTP con cedola allo 0,95%: rendimento finale più alto per chi sa aspettare

Molto diversa l’impostazione del BTP 0,95% 2037 (ISIN IT0005433195). Qui le cedole sono più basse, meno di un quarto rispetto al titolo precedente. Ma il prezzo d’acquisto fa tutta la differenza: si compra a circa 74,20 euro e si incassa 100 euro alla scadenza. Un margine che rappresenta un guadagno in conto capitale importante, anche se tassabile.

Il rendimento netto annuo è leggermente superiore a quello del BTP 4%, attestandosi intorno al 3,3–3,35%. Ma la logica di questo titolo è completamente opposta: non cerca di coccolare l’investitore ogni sei mesi, ma di premiarlo in modo netto alla fine. È l’opzione ideale per chi può fare a meno di cedole frequenti e punta tutto sull’efficienza complessiva dell’investimento.

Chi sceglie questo strumento, lo fa con l’idea di lasciarlo lavorare nel tempo. I guadagni arriveranno tutti insieme, ma saranno consistenti. Certo, non si potrà usare la plusvalenza per compensare minusvalenze fiscali, ma per molti non è un problema. Il focus è tutto sull’ottimizzazione del rendimento a lungo termine, con un profilo di rischio che rimane contenuto.

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