Una busta inattesa, rigida e ufficiale. Dentro, cifre che non lasciano spazio all’immaginazione. Ma se fosse possibile dividere quel peso in piccole parti, diluito nel tempo? La risposta esiste, ma non è per chiunque. Servono criteri ben definiti, documenti e la capacità di dimostrare che la strada breve non è praticabile. Chi pensa che basti chiedere, scoprirà presto che c’è molto di più.
Ci sono momenti in cui anche un semplice foglio può far perdere l’equilibrio. Una cartella esattoriale non è solo un debito: è un campanello d’allarme che può far paura, soprattutto quando i numeri sono fuori portata. Nessuno vorrebbe trovarsi a dover fronteggiare una somma troppo grande da saldare subito, ma succede. E spesso non per colpa di errori, ma per imprevisti, periodi difficili o cambiamenti economici che sfuggono al controllo.
Per fortuna esistono strumenti pensati proprio per affrontare situazioni simili. La rateizzazione della cartella esattoriale è uno di questi. Ma è importante sapere che non tutte le richieste vengono accettate, e che ci sono due tipi diversi di piani, con regole ben distinte. Solo uno permette di arrivare fino a 120 rate mensili, ovvero dieci anni.
Per ottenere una rateizzazione lunga fino a 120 mesi, è necessario trovarsi in una grave difficoltà economica dimostrabile. In questo caso si parla di piano straordinario, diverso da quello ordinario che invece si ferma a 84 rate ed è accessibile con una semplice autodichiarazione.
Chi desidera accedere alla rateizzazione straordinaria deve allegare documenti che provino l’impossibilità di sostenere un piano più breve. Per le persone fisiche o le ditte individuali è richiesto l’ISEE, mentre per aziende e società sono necessari bilanci, indici di liquidità e altri parametri economico-finanziari. Se la difficoltà nasce da eventi eccezionali — come un incendio, un’alluvione o un infortunio grave — servono anche le certificazioni specifiche che attestino l’accaduto.
Non basta quindi dichiarare di avere problemi: bisogna dimostrarli. E una volta ottenuto il piano, ci sono regole da rispettare. Ogni rata deve essere almeno di 50 euro, e il piano decade se si saltano otto rate, anche non consecutive. In quel caso, l’Agenzia può riprendere le azioni di recupero forzoso, come pignoramenti o ipoteche.
Richiedere il piano da 120 rate per una cartella esattoriale è relativamente semplice dal punto di vista operativo. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione si accede con SPID, CIE o CNS. Si compila il modulo R4 per la richiesta straordinaria e si allegano i documenti richiesti. Se tutto è in ordine, si riceve un piano con le scadenze dettagliate, da rispettare puntualmente.
Durante la rateizzazione, le azioni esecutive vengono sospese. È un vantaggio non da poco per chi teme blocchi, fermi o pignoramenti. Inoltre, il piano straordinario ha un tasso d’interesse più basso rispetto a quello ordinario. Una volta decaduto, è possibile richiederne uno nuovo solo una volta e solo sul debito residuo.
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