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Pensione di reversibilità o indiretta: sono differenti e molti si confondono, i nuovi limiti di reddito

Gerardo Marciano

Quando una persona cara viene a mancare, oltre al dolore, può arrivare anche un senso di incertezza economica difficile da gestire. In momenti così delicati, esiste una misura poco conosciuta ma fondamentale: la pensione ai superstiti. Non è solo un termine burocratico, ma un aiuto concreto che può cambiare la vita di chi resta. Chi può ottenerla? E in quali condizioni? La risposta può sorprendere.

La vita ha il potere di cambiare tutto all’improvviso. Quando viene meno una persona amata, le emozioni si mescolano alla necessità di prendere decisioni rapide, spesso senza il tempo per capire bene cosa fare. E mentre il vuoto affettivo è difficile da colmare, anche quello economico può diventare un peso insostenibile. Per questo esistono delle tutele specifiche previste dalla legge. Una tra queste, e forse la più importante, è proprio la pensione ai superstiti. Un diritto che spetta solo in presenza di determinate condizioni, ma che può davvero fare la differenza.

Fila crescente di monete con piantine sopra e miniatura di due persone con bastone
Pensione di reversibilità o indiretta: sono differenti e molti si confondono, i nuovi limiti di reddito-ilovetrading.it

C’è chi ne ha sentito parlare, ma pochi conoscono la differenza tra pensione di reversibilità e pensione indiretta. E proprio qui spesso si gioca la possibilità di accedervi o meno.

Quando si parla di pensione ai superstiti e perché la pensione indiretta può fare la differenza

La pensione ai superstiti può essere riconosciuta in due forme: la più nota è la pensione di reversibilità, destinata ai familiari di chi era già pensionato al momento della morte. Ma c’è anche un’altra possibilità, spesso ignorata, che prende il nome di pensione indiretta.

Questa forma di sostegno viene concessa quando la persona deceduta non era ancora andata in pensione, ma aveva comunque versato contributi previdenziali. È il caso, ad esempio, di un lavoratore attivo che muore prima della pensione. In questo scenario, i suoi familiari possono ricevere la pensione indiretta, ma solo se sono soddisfatti alcuni requisiti ben precisi.

Persona che fa calcoli
Quando si parla di pensione ai superstiti e perché la pensione indiretta può fare la differenza-ilovetrading.it

Il primo è legato alla contribuzione: servono almeno 15 anni di contributi complessivi, anche non continuativi. Tuttavia, la legge prevede anche un’alternativa più flessibile: bastano 5 anni di contributi, purché 3 siano stati versati nei 5 anni immediatamente precedenti alla data del decesso. È un dettaglio che può fare tutta la differenza tra ottenere o perdere il diritto alla prestazione.

Anche in questo caso, i beneficiari possono essere il coniuge, i figli e in alcuni casi i genitori o i fratelli, ma devono risultare a carico del defunto. La prestazione economica è calcolata sulla base della pensione che il defunto avrebbe percepito se fosse andato in pensione al momento della morte.

Spesso, chi perde un familiare in età lavorativa non immagina nemmeno di poter accedere a una misura simile. E invece, la pensione indiretta è lì, prevista proprio per non lasciare soli i superstiti, anche quando la pensione vera e propria non era ancora stata raggiunta. È un diritto silenzioso, ma potente, che può davvero offrire continuità in un momento in cui tutto sembra fermarsi.

Limiti di reddito e regole da conoscere: quando la pensione ai superstiti viene ridotta

Anche se il diritto alla pensione ai superstiti è riconosciuto, ci sono condizioni che possono ridurre l’importo effettivo. Il primo fattore è il reddito personale del beneficiario. Se nel 2025 si guadagna meno di 31.376,80 euro l’anno, l’assegno viene erogato senza riduzioni. Superando questa cifra, però, l’INPS applica dei tagli: il 25% in meno fino a 39.221 euro e addirittura il 50% in meno se si superano quei limiti.

Ma non finisce qui. Se il beneficiario ha altri redditi, come uno stipendio o un’altra pensione, si applica un secondo meccanismo di riduzione, calcolato sul trattamento minimo INPS (603,40 euro al mese nel 2025). Se il reddito supera di tre, quattro o cinque volte questo minimo, l’assegno si riduce rispettivamente del 25%, 40% e 50%.

Un’eccezione importante riguarda le famiglie con figli minori, studenti o disabili: in questi casi, la pensione non subisce tagli, nemmeno con redditi alti. È una tutela che cerca di proteggere chi è davvero più fragile.

La prestazione decorre dal mese successivo alla morte, anche se la domanda arriva dopo. Ma è bene sapere che basta un cambiamento, come un nuovo matrimonio del coniuge o la fine degli studi, per perdere il diritto. Essere informati è fondamentale per non perdere ciò che spetta di diritto.

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