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Ritardo di 19 giorni, penale da 90 euro: la storia che ha messo in discussione le regole bancarie

Gerardo Marciano

Un addebito misterioso, una cifra che compare sul conto senza spiegazioni, una cliente che si ritrova con 90 euro in meno per una “spesa” non chiara. Dietro quella voce generica si nasconde una vicenda che mette in luce meccanismi bancari poco trasparenti, penali sproporzionate e decisioni prese senza alcun preavviso. Quando il rapporto con l’istituto di credito si complica, sapere come muoversi può fare davvero la differenza. E in questo caso, la verità è venuta a galla, insieme a una decisione che ha cambiato tutto.

Ci sono situazioni che sembrano di poco conto, almeno all’inizio. Poi, man mano che si scava, emerge qualcosa di ben più complesso. È ciò che è successo quando una cliente ha notato sul proprio estratto conto un addebito di 90 euro, classificato come “spese”. Nessuna informazione aggiuntiva, nessun avviso precedente. Solo una cifra prelevata direttamente dal conto, apparentemente senza motivo.

Persona sbalordita
Ritardo di 19 giorni, penale da 90 euro: la storia che ha messo in discussione le regole bancarie-ilovetrading.it

Il pagamento a cui si riferiva la banca era in effetti stato saldato con un ritardo di 19 giorni, causato da un problema tecnico nell’addebito automatico. Ma la cliente, senza ricevere alcuna richiesta, aveva comunque provveduto spontaneamente con un bonifico. Nonostante questo, la banca ha affidato la “pratica” a una società di recupero crediti e ha applicato la penale massima. Una scelta che ha spinto la cliente ad agire.

Una penale nascosta dietro la parola “spese”: il costo dell’opacità bancaria

Quel che sorprende non è tanto l’importo, quanto il modo in cui è stato gestito. Senza alcuna comunicazione preventiva, la banca ha trattenuto il 20% della somma dovuta come penale, ignorando che il pagamento era già stato effettuato, anche se con lieve ritardo. Nessuna email, nessun sollecito, solo una trattenuta secca.

Una penale nascosta dietro la parola “spese”: il costo dell’opacità bancaria-ilovetrading.itQuesto comportamento ha portato la cliente a rivolgersi all’Arbitro Bancario Finanziario, organo indipendente che esamina i contenziosi tra clienti e banche. L’ABF ha riconosciuto che l’azione dell’istituto era in violazione dei principi di trasparenza, correttezza e proporzionalità. Non era giustificato trattare un ritardo così breve come un’insolvenza grave. Tanto più che il pagamento era stato effettuato di propria iniziativa.

Persona che fa dei calcoli
Una penale nascosta dietro la parola “spese”: il costo dell’opacità bancaria-ilovetrading.it

L’ABF ha quindi ordinato il rimborso integrale dei 90 euro, oltre alle spese procedurali, tutte a carico della banca. Un risultato che dimostra quanto sia importante conoscere le regole del gioco e non accettare passivamente ciò che sembra imposto dall’alto.

Difendere i propri diritti quando la banca sbaglia: ecco come agire davvero

Questa vicenda dimostra che non sempre ciò che appare come una semplice voce di spesa è davvero legittimo. Le penali bancarie devono essere indicate chiaramente nei contratti, inserite nel TAEG e applicate in modo proporzionato alla gravità della situazione. In caso contrario, si rischia di subire addebiti senza alcuna base giuridica.

Esiste però un percorso per reagire. Prima di tutto, presentare un reclamo scritto alla propria banca. Se non si ottiene risposta entro 60 giorni, oppure se la risposta è negativa, è possibile rivolgersi gratuitamente all’ABF, anche senza l’aiuto di un legale. C’è tempo fino a dieci anni per contestare un addebito ingiusto, e questo rende possibile agire anche a distanza di tempo.

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