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Puoi pagare molto meno sul canone di affitto, ma molti non lo sanno e non fanno richiesta al proprietaro perdendo molti soldi

Gerardo Marciano

È davvero possibile pagare molto meno di quanto si pensa per l’affitto senza rischi? La legge italiana offre un’opportunità concreta, poco conosciuta, che permette di alleggerire sensibilmente una delle spese più pesanti del bilancio familiare. Un’opzione che giace tra le pieghe delle norme e che, se applicata correttamente, può cambiare le carte in tavola. Eppure, nonostante sia prevista e disciplinata, resta sottovalutata da chi ne avrebbe più bisogno. Forse perché manca informazione o perché l’idea di affrontare burocrazia e contratti spaventa più del necessario. Ma un modo legale e sicuro per pagare meno l’affitto esiste, e sorprende quante persone vi rinuncino senza nemmeno rendersene conto.

Quando si parla di affitto, la sensazione diffusa è quella di trovarsi davanti a un muro invalicabile. Le cifre richieste sul mercato libero appaiono spesso fuori misura, soprattutto nelle grandi città, e i margini di trattativa sembrano inesistenti. Si accetta la situazione come immutabile, senza pensare che le regole potrebbero essere diverse. In realtà, strumenti per rendere più sostenibile il costo dell’abitare ci sono, ma restano poco noti e poco utilizzati.

Stretta di mano e casa in miniatura
Puoi pagare molto meno sul canone di affitto, ma molti non lo sanno e non fanno richiesta al proprietaro perdendo molti soldi-iovetrading.it

Basterebbe un passo in più per capire che una riduzione significativa del canone non è un sogno, ma una possibilità concreta. Quello che colpisce è che i vantaggi non riguardano solo chi paga, ma anche chi percepisce l’affitto, creando un equilibrio che potrebbe funzionare per entrambe le parti. Ma la mancanza di informazione e dialogo mantiene tutto immobile. Se queste opportunità fossero conosciute, il mercato dell’affitto avrebbe un volto diverso, più equo e sostenibile.

Il canone concordato: una via poco percorsa ma efficace

Tra le opzioni più interessanti e meno sfruttate c’è il contratto di locazione a canone concordato, previsto dalla legge 431 del 1998. Non è un espediente, ma uno strumento normativo che permette di fissare un affitto più basso rispetto al mercato. Questa riduzione non è casuale: l’importo viene stabilito in base ad accordi territoriali tra associazioni di proprietari e inquilini, garantendo un equilibrio tra le esigenze di entrambi.

Chiave in una toppa
Il canone concordato: una via poco percorsa ma efficace-ilovetrading.it

Il vantaggio per chi vive in affitto è evidente: un canone più contenuto e, per chi rispetta determinati requisiti reddituali, detrazioni fiscali fino a 495,80 euro l’anno nei primi tre anni di residenza. Anche la durata, tre anni con rinnovo di due, offre stabilità abitativa. Ma anche i proprietari hanno motivi per scegliere questa formula: la cedolare secca al 10% anziché al 21%, una riduzione dell’Imu fino al 25% e altre agevolazioni locali. Non è quindi una scelta che favorisce una sola parte: si tratta di un equilibrio che può risultare conveniente per tutti. Allora perché pochi lo usano? Probabilmente per paura di complicazioni o per mancanza di informazioni sui vantaggi reali. Eppure, il risparmio potenziale può essere molto più alto di quanto si immagini, sia per chi paga che per chi incassa.

Come attivare queste opportunità e perché pochi lo fanno

Per accedere a questi benefici serve rispettare alcune regole. Il contratto deve seguire i parametri fissati dagli accordi territoriali, che variano da Comune a Comune, e deve essere registrato all’Agenzia delle Entrate. In molti casi è consigliabile richiedere una certificazione di conformità da un’associazione firmataria degli accordi, che garantisce il rispetto delle condizioni previste. Anche chi ha già un contratto può rinegoziare, concordando una riduzione per iscritto e comunicandola all’Agenzia, senza costi aggiuntivi di registro o bollo. Il problema è che pochi si avventurano in questo percorso perché manca una cultura della trattativa e una conoscenza chiara delle regole. Molti proprietari ignorano le agevolazioni fiscali a cui avrebbero diritto, e molti inquilini non sanno come proporre una modifica che possa interessare anche chi affitta. In questo contesto, le associazioni di categoria hanno un ruolo fondamentale: offrono consulenza, supporto nella stesura dei contratti e nella verifica dei parametri.

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