Una domanda che forse sorprende: chi era considerato familiare a carico fino al 2024 potrebbe ancora ottenere detrazioni nel 2025? Le novità introdotte negli ultimi mesi hanno acceso un acceso dibattito, scatenato riflessioni tra contribuenti e professionisti del settore. In molti si sono chiesti se fosse possibile recuperare spese sanitarie, scolastiche o sportive sostenute per parenti che non rientrano più nella definizione stringente attuale.
La sensazione era quella di una stretta ingiusta, ma è intervenuto un decreto giustificativo con effetti retroattivi che ha cambiato il quadro. Anche se le nuove regole sembravano escludere fratelli, sorelle, nipoti e altri parenti, il correttivo approvato il 14 luglio 2025 introduce una finestra che riconosce detrazioni su spese sostenute durante l’anno, purché il familiare fosse a carico al 31 dicembre 2024.

L’effetto è sorprendente, con un equilibrio che trasforma una situazione di perdita in una piccola vittoria per molte famiglie. Ecco una riflessione su quanto cambia, sul concetto di familiare a carico, e su come ciò possa influire sulla dichiarazione dei redditi del 2026.
La nuova definizione di familiare a carico e il decreto correttivo
La Legge di Bilancio 2025 ha ridefinito i requisiti per poter detrarre le spese per i familiari considerati a carico, riducendo la platea: ora rientrano il coniuge non separato, i figli fino a trent’anni (salvo disabilità) e solo gli ascendenti conviventi come genitori e nonni. Questo ha escluso fratelli, sorelle, suoceri, generi, nipoti conviventi, che fino al 2024 erano ammessi. Le conseguenze hanno riguardato non solo le detrazioni IRPEF per carichi familiari ma anche deduzioni e detrazioni relative a spese sanitarie, educative o sportive sostenute in loro favore. La norma è contenuta nell’articolo 12 del TUIR e la circolare dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito i limiti reddituali e le categorie coinvolte.

Il decreto correttivo approvato il 14 luglio 2025 rivolge lo sguardo alle spese sostenute nel corso del 2025: pur mantenendo in vigore la definizione più restrittiva, consente di portare in detrazione le spese sostenute per familiari che erano a carico fino al 31 dicembre 2024. In pratica, anche se oggi quei familiari non rientrano più nei carichi fiscali, le spese sostenute in loro favore nel 2025 restano detraibili retroattivamente, a patto di documentare il loro status a carico al termine del 2024.
Questa modifica ha restituito speranza a molte famiglie che si erano viste negare in dichiarazione spese per parenti stretti: ora è possibile indicarle nel modello 730 o Redditi, inserendo i costi come se le vecchie regole fossero ancora operative, purché supportate da documentazione reddituale e fiscale. Le spese ammesse includono quelle sanitarie, scolastiche, universitarie, assicurative e sportive.
Impatto concreto e considerazioni sul futuro delle detrazioni
Le implicazioni pratiche sono rilevanti. Chi ha sostenuto spese nel 2025 riferite a familiari come fratelli, nipoti o suoceri che risultavano a carico al 31 dicembre 2024 potrà recuperarle. È essenziale conservare prove reddituali che attestino il reddito del parente, che deve essere inferiore a 2.840,51 euro annui (e fino a 4.000 euro se figlio di meno di 24 anni). Durante la dichiarazione dei redditi si devono indicare nome, codice fiscale e ammontare delle spese sostenute, sempre con ricevute o fatture intestate al contribuente.
Tale correzione non modifica la riforma originaria: la normativa più restrittiva rimane valida per il futuro, limitando le detrazioni IRPEF solo ai familiari attualmente riconosciuti. Tuttavia, consente un compromesso concreto che rende meno duro l’impatto iniziale della Legge di Bilancio 2025, tutelando chi ha già sostenuto risorse nel corso dell’anno. Il decreto rappresenta un gesto di equilibrio, riaffermando l’attenzione verso famiglie che assistono parenti non autosufficienti, anche se non rientrano nella definizione attuale di persona a carico.