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Mercati

Truffa delle false criptovalute: pensionato investe tutti i suoi risparmi, la banca responsabile e obbligata in parte al rimborso

Una storia sorprendente di guadagni facili che si sgretolano in truffa: la parola chiave “responsabilità della banca” svela una vicenda che parla di distrazione, controllo assente e un rimborso che arriva, ma solo in parte.

Inizia con una riflessione che fa pensare: come può un reddito mensile modesto scontrarsi con operazioni bancarie imponenti? In che modo una banca potrebbe ignorare segnali evidenti? Si apre un quadro pieno di domande, in cui il confine tra fiducia e negligenza diventa sottile. L’argomento chiave ruota attorno alla responsabilità della banca, ma spinge anche a riflettere sul ruolo attivo del cliente nelle operazioni autorizzate.

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Questa vicenda non racconta solo un investimento finito male, ma mostra come sistemi di controllo interno possano fare la differenza. Il lettore si trova di fronte a una storia che mette in luce meccanismi poco visibili ma decisivi, un caso reale che illumina il valore del monitoraggio e della vigilanza nel mondo bancario senza svelarne immediatamente l’esito.

Responsabilità della banca: quando il controllo manca

La responsabilità della banca inizia a emergere da una serie di versamenti anomali rispetto al profilo economico del cliente. Un pensionato con un reddito mensile di appena trecentoventi euro ha effettuato bonifici per decine di migliaia di euro, confidando in falsi consulenti incontrati sui social. Nonostante la frequenza e gli importi fossero chiaramente sproporzionati, l’istituto non ha avviato verifiche né contattato il correntista.

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L’Arbitro Bancario Finanziario, con una decisione del primo aprile 2025, ha affermato che la banca avrebbe dovuto notare la discrepanza tra le operazioni e il reddito abituale e intervenire tempestivamente. La banca non aveva rilevato operazioni sospette né attivato meccanismi di allerta previsti dalla normativa antiriciclaggio e sicurezza dei pagamenti. Il risultato è stato un riconoscimento di responsabilità concorrente: il cliente ha autorizzato le operazioni, ma la banca non ha fatto la sua parte nel monitoraggio delle stesse. Questa decisione rafforza il principio secondo cui la responsabilità bancaria non si limita all’esecuzione tecnica, ma include anche l’obbligo di vigilanza attiva in presenza di segnali di anomalia. L’istituto, infatti, è stato condannato a rimborsare tredicimilaquattrocentonovantaquattro euro, una cifra che rappresenta solo una parte del danno subito ma che sancisce un precedente significativo per casi simili.

Ruolo del cliente e implicazioni per i risparmiatori

In questa parte emerge il secondo versante della vicenda: il ruolo del risparmiatore nella gestione delle proprie operazioni. Il pensionato ha agito in modo autonomo utilizzando le proprie credenziali per autorizzare ogni bonifico, azioni che l’Arbitro ha giudicato consapevoli. Da un lato, quindi, c’è una responsabilità individuale nell’aver dato via i soldi; dall’altro, la decisione riconosce che non si può fare affidamento solo sulla diligenza del correntista, soprattutto quando il profilo del cliente è fragile e i segnali di truffa crescono rapidamente. I risparmiatori devono imparare a confrontarsi con piattaforme e intermediari certificati, verificando registrazioni pubbliche presso autorità di vigilanza. Allo stesso tempo, le banche sono chiamate a implementare procedure di controllo attivo, capaci di bloccare o segnalare transazioni anomale prima che sia troppo tardi. In questo caso il rimborso riconosciuto rappresenta un saldo tra l’autorizzazione data e la responsabilità omessa della banca: un equilibrio che riflette l’impostazione attuale dell’Arbitro Finanziario.

L’eco di questa vicenda invita a una riflessione più ampia: quando la fiducia online incontra sistemi deboli di sorveglianza, il danneggiato è spesso il correntista, ma anche l’istituto ha un obiettivo preciso: prevenire frodi evidenti e tutelare chi opera con mezzi limitati. La responsabilità della banca emerge così come tema centrale nella regolazione delle relazioni finanziarie, soprattutto in un contesto in cui le truffe legate alle criptovalute e ai social si moltiplicano. E se da un lato è responsabilità personale non farsi sedurre da guadagni facili, dall’altro la banca ha il dovere di attivare barriere di sicurezza concrete.

Gerardo Marciano

Laureato in Giurisprudenza con indirizzo economico, ha ricevuto un Premio Internazionale alla Carriera conferito dal Senato Accademico della Facoltà di Scienze Aziendali e Sociali di ISFOA. Collabora e scrive articoli su tematiche finanziarie per numerose riviste nazionali e internazionali. È autore e coautore di oltre 40 eBook dedicati alla storia dei mercati e all’analisi statistica delle loro serie storiche. Negli anni ha partecipato, in qualità di esperto di storia dei mercati e statistica, ai principali eventi nazionali nel settore del trading e degli investimenti. È stato ospite di canali televisivi come Class CNBC, Le Fonti TV, Finanza Now, Money TV, e le sue opinioni sono state riprese da testate nazionali e internazionali, tra cui Avvenire, Il Sole 24 Ore, Alliance News e MF Dow Jones. Ha inoltre partecipato a trasmissioni radiofoniche in Italia e all’estero. È stato Amministratore Delegato e proprietario di Proiezionidiborsa.it fino al novembre 2023, un sito che, secondo i dati di Alexa, per diversi mesi è stato tra i primi posti nella classifica dei siti italiani più letti.

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