Come cambia la vita delle famiglie quando esiste un sostegno stabile per crescere i figli? Non si parla solo di soldi, ma di un aiuto che accompagna ogni mese, diventando una presenza concreta. In un contesto in cui il costo della vita pesa sempre di più, questa misura offre respiro e stabilità. È una risposta pensata per chi affronta le spese legate ai bambini e ai giovani, senza lasciare nessuno indietro. Ed è nata con l’idea di semplificare, riducendo il caos di contributi diversi e mettendo ordine in un unico strumento.
Ci sono aiuti che restano teorici e altri che fanno la differenza ogni giorno. Quando un sostegno diventa parte della gestione familiare, la percezione cambia. Il peso delle spese per crescere un figlio, soprattutto nei primi anni di vita, non è trascurabile e aumenta con più bambini.

Ecco perché questa misura ha trovato spazio in milioni di case italiane, con un funzionamento semplice e trasparente. Non è solo un assegno, ma un riconoscimento del ruolo sociale di chi cresce i figli, trasformandosi in una sicurezza mensile. La sua forza sta anche nell’essere accessibile a quasi tutti, modulato sulle condizioni economiche reali, così che chi ha di meno riceve di più. E per molti genitori, sapere che ogni mese c’è un contributo certo rappresenta più di un aiuto: è un incoraggiamento a guardare avanti.
L’assegno unico e universale: funzionamento e destinatari
L’assegno unico e universale, introdotto dal decreto legislativo 230/2021, ha un obiettivo preciso: riunire in un unico strumento i sostegni per i figli a carico. Ne hanno diritto i nuclei con figli minorenni, quelli in gestazione dal settimo mese e i giovani fino a 21 anni che studiano, fanno tirocini, hanno un lavoro a basso reddito o svolgono il servizio civile. Per i figli con disabilità non ci sono limiti di età, con importi maggiorati.

Il contributo varia in base all’ISEE: chi ha un valore basso ottiene somme più alte, ma a tutti spetta una quota minima. Nel 2025 per ogni figlio minorenne si va da 57,50 a 201 euro al mese, mentre per i maggiorenni tra 18 e 21 anni l’importo oscilla tra 28,70 e 97,70 euro. Sono previste maggiorazioni per i nuclei numerosi, le madri under 21, entrambi i genitori lavoratori e i bambini sotto l’anno d’età. Un extra di 150 euro è riconosciuto ai nuclei con almeno quattro figli. La richiesta si presenta online tramite il portale INPS e resta valida anche negli anni successivi, a meno che non cambino le condizioni familiari. Ogni anno però va aggiornata la DSU per il calcolo dell’ISEE, così che l’importo resti adeguato alla situazione reale. Secondo l’INPS, nel 2025 beneficiano dell’assegno circa 6,1 milioni di famiglie, per un totale di quasi 9,7 milioni di figli.
Pagamenti, importi e il valore per le famiglie
Il pagamento dell’assegno avviene ogni mese, con date fissate dall’INPS: ad agosto 2025, ad esempio, gli accrediti sono previsti tra il 20 e il 21. Per i nuovi richiedenti, il primo versamento arriva nell’ultima settimana del mese successivo alla domanda. In media, nel 2025 ogni famiglia riceve circa 169 euro per figlio, con una spesa pubblica complessiva che nei primi mesi ha superato gli 8 miliardi di euro. Gli esempi concreti spiegano meglio l’impatto: una famiglia con due figli minorenni e ISEE di 15.000 euro riceve circa 402 euro al mese, che diventano 502 se uno dei figli ha meno di un anno. Un nucleo con tre figli, di cui uno maggiorenne studente, e ISEE di 25.000 euro arriva a circa 450 euro grazie alle maggiorazioni. Questo aiuto non è solo un contributo economico, ma un sostegno che cresce con le famiglie, adattandosi ai loro bisogni. E mentre il dibattito politico immagina nuove forme di welfare, questa misura resta un punto fermo.