All’inizio si presenta un quadro intrigante, fatto di numeri e di volti: un sostegno importante nato nel 2024 per affiancare famiglie fragili in un percorso di resilienza e speranza. A partire dal primo gennaio 2025, il meccanismo legato all’Assegno di Inclusione ha subito cambiamenti significativi che lo rendono più stabile e continuativo. Si delinea un sistema che non si limita a trasferire somme, ma punta a promuovere inclusione sociale e inserimento lavorativo.
La misura opera su parametri economici precisi, ma si lega anche a impegni concreti da parte dei beneficiari, che devono partecipare attivamente a percorsi formativi o di reinserimento. I dati raccontano una platea ampia, che coinvolge migliaia di famiglie soprattutto nel Mezzogiorno.
Dietro i numeri, però, ci sono storie: nuclei con minori, anziani, disabili che possono trovare in questo sostegno un appiglio per affrontare situazioni di fragilità. La durata, le modalità di rinnovo, la scala di equivalenza e la carta elettronica dedicata disegnano uno strumento che, pur complesso, si presenta come una forma di welfare moderno. Questa misura non è solo un aiuto economico ma un tentativo di costruire un ponte verso maggiore autonomia. Comprendere i dettagli è fondamentale per valutarne il reale impatto sulle vite quotidiane.
L’Assegno di Inclusione è destinato a famiglie con almeno un minore, un over 60, un disabile o persone seguite dai servizi sociali. I requisiti di cittadinanza includono italiani, cittadini UE, titolari di permesso di lungo periodo o con protezione internazionale, con residenza in Italia da almeno cinque anni, di cui gli ultimi due continuativi. L’ISEE del nucleo non deve superare i 10.140 euro, mentre il reddito familiare massimo è di 6.500 euro, che sale a 8.190 per nuclei composti solo da over 67 o da disabili gravi.
Il limite patrimoniale immobiliare è fissato a 30.000 euro (esclusa la prima casa fino a 150.000 euro), mentre quello mobiliare varia in base alla composizione del nucleo, con margini più alti per famiglie con disabili. Sono esclusi coloro che hanno subito misure cautelari o condanne definitive negli ultimi dieci anni. L’importo dell’assegno oscilla in media tra 480 e oltre 700 euro, con una maggiorazione per chi paga un affitto, fino a un massimo di 280 euro al mese. La scala di equivalenza permette di modulare il beneficio in base alla composizione familiare, riconoscendo un sostegno maggiore ai nuclei più numerosi o con condizioni di fragilità. Questi parametri sono pensati per concentrare le risorse sulle famiglie che presentano le maggiori difficoltà economiche, cercando di unire assistenza e giustizia sociale.
L’Assegno di Inclusione viene erogato tramite la Carta di Inclusione, uno strumento elettronico che consente di effettuare acquisti, prelevare contanti entro certi limiti e, in caso di affitto, versare il canone al proprietario. La durata iniziale del beneficio è di 18 mesi, rinnovabili per altri 12. Dal 2025 è stata eliminata la sospensione obbligatoria tra primo ciclo e rinnovo, introducendo un bonus ponte fino a 500 euro per garantire continuità ai beneficiari. Ma l’assegno non è solo un trasferimento economico: i componenti maggiorenni devono iscriversi al SIISL, firmare il Patto di Attivazione Digitale e, se hanno tra 18 e 29 anni, partecipare a percorsi formativi o di inserimento lavorativo. Il rifiuto di offerte di lavoro congrue comporta la decadenza del beneficio. Queste condizioni sottolineano come la misura non sia pensata per un sostegno passivo, ma come un’opportunità di reintegrazione sociale e professionale. Le novità del 2025 rafforzano questo approccio, evitando interruzioni e semplificando le procedure per il rinnovo.
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