Un report inchioda la cosiddetta finanza sostenibile. Ben il 70% dei fondi cosiddetti ESG vale a dire quelli etici e sostenibili in realtà non lo è per niente.
E’ un report destinato a fare scandalo e a rinfocolare un dibattito sempre più forte. Quando sono nati i cosiddetti fondi etici o sostenibili sono stati salutati da tutti come una rivoluzione. Per la prima volta questi fondi per attrarre i clienti non facevano leva su guadagni stratosferici o sul puntare su qualche straordinaria tendenza del mercato, ma semplicemente sull’etica. E questi fondi in effetti hanno avuto un grande successo. Ma questo successo dei fondi ESG non denota nessun particolare merito dei gestori ma semplicemente una grande propensione etica da parte dei clienti.
Difatti i clienti che li hanno scelti hanno dimostrato di voler guadagnare, ma anche voler salvaguardare l’ambiente e premiare le aziende più etiche. Viceversa per i gestori di Fondi non si può fare un discorso simile. Infatti ben il 70% di questi fondi è risultato incoerente con ciò che promette in teoria. Infatti da questo report emerge come appunto bene il 70% di questi fondi finiscano per scegliere aziende molto lontane da quei target di etica e sostenibilità che in teoria dovrebbero essere al centro dei loro interessi. A produrlo (e di più dovrebbero essercene) è il think tank Influence Map. L’analisi è stata ad ampio spettro: 723 fondi azionari ESG. Il dato è scioccante perchè, appunto l’incoerenza rispetto ai valori promessi ai clienti tocca appunto il 70%.
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Parliamo di un mercato enorme perchè questi fondi “etici” gestiscono un patrimonio di oltre 330 miliardi di euro.
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Già le autorità europee avevano iniziato a valutare l’opportunità di mettere paletti più stringenti a questi fondi e che si dovessero offrire prove concrete di investimenti etici prima di potersi fregiare di determinati appellativi attraenti per il consumatore coscienzioso.
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