La crisi energetica globale morde a tutto campo. Tutti i flussi di analisi e relativi ai vari parametri dell’energia e soprattutto dei derivati focalizzati sull’energia confermano lo stesso medesimo trend.
Tutto il comparto è in crescita e le conseguenze non saranno allegre per l’industria. È un comparto che sta crescendo spinto da molteplici cause. Una è l’inflazione che le banche centrali non riescono a domare perché non hanno la forza di fare alzare i tassi per paura di crolli in borsa. E tra le altre cause c’è anche la ripresa che chiaramente chiede maggior energia.
Ma quello che conta è che in tutto il mondo l’energia scarseggia e il caso più clamoroso è sicuramente in Cina dove interi comparti industriali stanno soffrendo a causa della penuria di energia. Ieri il giornale economico asiatico Nikkei ha dato la sorprendente notizia di aziende fornitrici di Tesla e di Apple che sono ferma e non potranno onorare le commesse con le aziende americane. In questo scenario non sorprende che ieri Eni sia balzata al rialzo e che sia un buy robusto. Ieri la compagnia ha toccato i 11,186 euro, mettendo a segno un incremento pari al 2,32%. Gli analisti vedono questo trend rialzista sul petrolio come solido e duraturo dunque non sorprende se c’è ottimismo attorno a tutto il comparto. In più Eni ha buoni fondamentali ed anche questo la aiuta a distinguersi.
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L’azienda è forte del progetto Cabaça North che secondo le stime potrà arrivare a generare anche picchi di 15mila barili di olio equivalente per giorno. Un progetto importante che piace molto agli analisti e che costituisce l’altro grande elemento di crescita oltre alla situazione generale del comparto.
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Eni è forte del progetto localizzato in Angola ma in generale anche di una gestione giudicata assai favorevolmente.
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