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Al Bancomat arrivano i Bitcoin e si può riciclare denaro senza fornire identità

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Salvatore Dimaggio

In Italia ce ne sono una settantina, ma nel mondo la percentuale per singolo paese è anche più alta.

Il funzionamento è assai semplice: si inseriscono gli euro e si ricarica il proprio Wallet ovvero portafogli virtuale di Bitcoin. Un funzionamento semplicissimo, ma il problema è che è completamente anonimo. Il Bitcoin è andato a finire ad una quotazione di €60000 dollari quindi non stupisce che sia sempre più attraente anche per chi fino a ieri delle criptovalute non voleva neppure sentire parlare. In tutto il mondo quindi stanno spuntando questi bancomat per Bitcoin. La gente ci va per acquistare la propria fetta di Bitcoin e sperare in un ulteriore rialzo. Non è una speranza infondata perché molti analisti vedono il Bitcoin poter arrivare a centomila dollari o anche 200.000 dollari in tempi ragionevoli.

Tanti in buona fede, ma riciclare è facile

È così tanti vogliono accaparrarsi la propria fetta di questa preziosa criptovaluta. Il problema di tutto ciò è che l’operazione è anonima. Dunque di conseguenza questi Bancomat in realtà non sono dei bancomat proprio per niente. Perché chi ha €1000 di valuta sporca da riciclare ce li butta dentro e si ritrova €1000 di pulitissimi Bitcoin. Certo le soglie non sono alte perché in alcuni casi sono di 1000 e in altri casi sono di 2000 euro però riciclare danaro sporco così diventa veramente facile. Anche troppo. Infatti l’installazione di questi Bitcoin in Italia non è semplice e viene monitorata dalla Banca d’Italia.

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Certo, chi ha bisogno di riciclare grosse somme di denaro con le criptovalute non utilizza il bancomat ma per le piccole cifre ecco che si rivelano molto utili, anzi forse anche troppo.

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Per chi vuole investire ovviamente nessun problema, ma che ci siano meccanismi così facili per chi vuole disfarsi di denaro sporco ci sembra che sia qualcosa che deve evidentemente cambiare. 

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