I sindacati escono delusi dall’incontro con l’esecutivo e ribadiscono il no alla Fornero.
L’incontro tra governo e sindacati si è subito trasformato (come previsto) in un duro scontro sul nodo pensioni. ma dovremmo dire sul nodo Fornero. I sindacati non vogliono che si torni all’odiata riforma che tanto ha penalizzato i pensionati. Il governo propone la gradualità delle quote: prima quota 102 e poi quota 104, ma per i sindacati il meccanismo delle quote è irricevibile. Le quote spiegano i sindacati, avranno impatto su un numero veramente scarso di lavoratori e poi ci sarà di nuovo il baratro della Fornero. Non sono proprio interessati alle varie quote che vedono come una misura prettamente propagandistica per distrarre dal ritorno al vecchio regime pensionistico.
Nella base sindacale non sono mancati in queste settimane malumori per un sindacato giudicato attento ma poco incisivo su una riforma pensioni che rischia di colpire duro i prossimi pensionati. Al tavolo delle trattative era presente Draghi con alcuni ministri da una parte e le rappresentanze dei sindacati dall’altra. Draghi per un precedente impegno ha dovuto abbandonare la riunione a metà, ma ciò ha spostato assai poco i termini del discorso. In un clima teso come quello attuale, reso incerto da inflazione ed una ripresa minacciata da più parti, i sindacati non vogliono altri tagli allo stato sociale. Colpire i pensionati, per loro rappresenta un gesto intollerabile in un contesto del genere. Il Governo da parte sua sostiene che l’attuale sistema pensionistico danneggia i giovani e lamenta mancanza di copertura finanziaria. D’altra parte vari organismi internazionali hanno fatto un forte pressing sul governo perchè si evitino pensioni anticipate e si torni al rigore dei conti.
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La partita è ovviamente aperta ma il governo certamente desidera fortemente tornare alla Fornero e difficilmente cambierà strada.
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I sindacati comunicheranno a breve in quali termini intenderanno fare mobilitazione.
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