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È l’ora della Fed: deve fermare l’inflazione, ma può stroncare la borsa

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Salvatore Dimaggio

Il meeting della Federal Reserve è atteso per il 2 e 3 novembre.

Ma in realtà sono tante le banche centrali che si stanno pronunciando in questi giorni. La Banca Centrale Europea ha continuato a negare l’inflazione. Questo avrà forse fatto contente le borse, ma ha innervosito tutti perché negare l’evidenza non è mai un buon segno. Adesso la palla passa alla Federal Reserve. Inizierà il tapering? Si parlerà di rialzo dei tassi? In molti scommettono su due rialzi dei tassi nel 2022. Anzi la maggior parte degli analisti pensa che il QE finirà a metà 2022 per poi lasciare spazio a due aumenti dei tassi. Si tratta solo di ipotesi perché attualmente non si può dire nulla. Ad ogni modo il 3 novembre la Fed farà sapere che cosa ha in mente.

Comunicare nel modo giusto

Parlare di tapering potrebbe fare innervosire le borse. Sarà sicuramente tutto un gioco di sfumature. Probabilmente si parlerà del tapering ma si cercherà di tranquillizzare i mercati continuando a dire che l’inflazione è sotto controllo. Insomma la strada della Federal reserve è strettissima. Da una parte c’è il rischio di lasciare campo libero all’inflazione che potrebbe crescere senza controllo. L’inflazione, già oggi altissima, nonostante le dichiarazioni della BCE, oggettivamente preoccupa. Dall’altra parte però c’è il rischio di far precipitare le borse. Se i mercati dovessero convincersi che le vacche grasse stanno per lasciare il posto alle vacche magre potrebbero reagire in modo nervoso. Domani si capirà qualcosa in più è questo famoso tapering potrebbe essere messo un pochino più a fuoco.

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Certo è che se anche la Fed continuerà a sminuire il brutto problema dell’inflazione perderà di credibilità.

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Una via stretta dunque nella quale conta molto come si comunica. I mercati sono gonfi a causa delle politiche ultra espansive.

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