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Crisi di fiducia nei social network: da Trump a Facebook troppe cose non filano

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Salvatore Dimaggio

Lo scandalo di Facebook è costato caro al gigante dei social in termini di credibilità, ma la questione non si ferma certamente a Facebook.

Quando Donald Trump ha annunciato la nascita del tuo social network in tanti hanno fatto ironia sull’attendibilità di un social gestito da un personaggio bizzarro come lui. Ma ciò che emerge leggendo in filigrana l’umore della gente è che vi sia una crisi di fiducia generale nei social. Anche molte indagini dimostrano come la gente progressivamente tenda a fidarsi sempre meno della bontà di ciò che legge sui social. Ovviamente il racconto che la talpa ha fatto delle pratiche di Facebook e di Instagram, quantomeno manipolatorie dell’umore degli utenti, ha dato un colpo di grazia alla situazione.

Una crisi benefica

Diciamo che questo è anche un segno di maturità dei tempi perché un social network non ha il compito di informare. Può essere una fonte di informazione, ma sempre a patto che siamo in definitiva noi, poi a filtrarla. Quindi se una certa stanchezza e una certa crisi di fiducia stanno attraversando tutto il mondo dei social, questo potrebbe essere anche il presupposto di un cambiamento positivo di questo mondo così magmatico. Anche perché la concorrenza cinese si fa più agguerrita. Non solo Tik Tok sta divorando fette di mercato, ma altri social sono in arrivo dalla Cina e sembrano piuttosto agguerriti. E’ importante per chi gestisce i social comprendere che la fiducia è un grande valore aggiunto per questo genere di piattaforme e gli scandali a lungo termine non fanno bene a nessuno.

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Ciò non toglie che sui social restino gruppi coloriti e variopinti come quelli dedicati agli UFO o alle cose più bizzarre. Ma l’opinione pubblica maggioritaria cerca materiale affidabile.

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Non a caso nella presentazione di Meta (erede di Facebook) era forte il sentore di mea culpa.

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