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Rincari benzina sempre più drammatici ed ora i benzinai cominciano a chiudere

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Salvatore Dimaggio

L’allarme arriva da Stefano De Biase presidente di Faib Confesercenti.

I rincari della benzina sono molto più forti del previsto. Gli italiani si lamentano e le aziende minacciano di sospendere la produzione perché non ce la fanno più. Alla base di tutto c’è l’Opec+, l’associazione dei produttori di petrolio. A più riprese si era sperato che l’Opec+ potesse aumentare la produzione di petrolio sgonfiando la crisi in atto, ma in tutte le riunioni che si sono succedute da quando sono cominciati i rincari, la sua versione è stata sempre la stessa: non ci saranno aumenti di produzione oltre quelli (insufficienti) già in atto. Di conseguenza il petrolio aumenta sempre di più e la benzina diventa sempre più cara.

Spesso lavorano in perdita

Per gli italiani è una stangata senza precedenti, ma guai a pensare che i benzinai si stiano arricchendo. Sono proprio le associazioni dei benzinai a sottolineare come devono tutti i giorni fronteggiare proteste sempre più vivaci e veementi da parte della gente, ma in realtà i primi ad essere colpiti sono proprio loro. E i primi benzinai stanno cominciando a chiudere perché per molti vendere è diventato antieconomico, lo rivela proprio Stefano De Biase. La situazione della benzina diviene sempre più preoccupante perché la continua crescita dei costi finisce per alimentare l’inflazione su tutti gli altri comparti. In generale questo vale per tutti i casi di inflazione dei costi dell’energia. Essendo l’energia fondamentale in qualsiasi filiera produttiva, l’inflazione finisce col diventare sistemica.

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Dunque oltre al problema dei rincari quando si fa il pieno di benzina all’auto, pian piano potremmo doverci confrontare anche con un minor numero di distributori.

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Ma già mesi fa il Regno Unito era rimasto scioccato dal fallimento di 10 aziende che erogano luce e gas, che non ce la facevano più a stare dietro ai rincari.

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