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Beneficio prima casa, abitabilità e termini: la Cassazione cambia tutto

Una novità importante per quanto riguarda il beneficio prima casa. Si deve rispettare la scadenza dei 18 mesi.

Vediamo di che si tratta: per beneficiare del beneficio fiscale prima casa il contribuente ha proprio l’obbligo di trasferire la propria residenza nel comune ove sia ubicato l’immobile che viene considerato prima casa. Questo trasferimento di residenza non è un qualcosa di vago ma costituisce un vero e proprio impegno da ottemperare tassativamente entro 18 mesi. Dunque questo termine è necessariamente da osservare. Ma cosa succede se non si trasferisce la propria residenza entro i fatidici 18 mesi nel comune di ubicazione dell’immobile? Ecco che scatta una vera e propria decadenza dal beneficio. È intervenuta in questo senso la Corte di Cassazione con ordinanza numero 34865 del 17 novembre 2021. La Corte specifica inoltre che il fatto che non si sia ottenuto il certificato di abitabilità non va ad inficiare questa questione.

Termine tassativo dei 18 mesi

Secondo la Corte infatti il fatto di non avere il certificato di abitabilità non può essere invocato come causa di forza maggiore. Ciò che è interessante è che non è strettamente necessario che ci si trasferisca nell’abitazione ma perlomeno nel comune ove questa è ubicata. Resta però il discorso del termine massimo dei 18 mesi. Ma ciò che ci sembra più rilevante di questa sentenza è che la mancanza della certificato di abitabilità non possa essere considerata una causa di forza maggiore. Con questa sentenza si vanno a chiarire vari punti assai rilevanti su questa delicata materia. Ciò non toglie che reali cause di forza maggiore possano intervenire sui termini di 18 mesi per evitare la scadenza, ma il certificato di abitabilità non ottenuto non rientra tra questi.

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Ma in questo periodo l’attenzione del mondo immobiliare è tutta per il decreto anti frodi che sta facendo fuggire gli italiani dal bonus casa.

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Salvatore Dimaggio

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