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Terrore in borsa, -3%. Abituatevi: senza la Fed il mercato è di cartapesta

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Salvatore Dimaggio

Brutte notizie da USA e Cina e la borsa affonda. Mercato di cartapesta.

La borsa di Milano perde addirittura il 3%: crollo veramente impressionante, ma sono le borse di tutto il mondo ad accusare un tonfo tremendo. Vediamo perché. Dagli Stati Uniti arriva la notizia che il grandioso piano infrastrutturale fortemente voluto dal Presidente Joe Biden non sta andando in porto. Una forte delusione per i mercati che credevano in questo piano. Dalla Cina un’implicita ammissione di forte rallentamento della crescita. La banca centrale cinese taglia il “loan prime rate”. Due notizie sono bastate a mandare KO i mercati di tutto il mondo. I listini asiatici sono in rosso e la stessa cosa si può dire di tutte le borse del vecchio continente. Certamente il mancato accordo attorno al piano di Biden ha deluso.

Borse fragili

Così come ha deluso la crescita cinese più bassa del previsto. Ma forse le cose non sono proprio in questi termini. Che il piano di Biden potesse non passare era un’eventualità e che la Cina fosse in difficoltà dopo il default di Evergrande e gli altri default prossimi venturi dell’immobiliare era cosa nota. Dunque davvero sono state queste due notizie a mandare KO i mercati?. In senso diretto sì ma indirettamente forse le cose sono un po’ diverse. Da quando l’inflazione ha cominciato a crescere a ritmi paurosi la Federal Reserve ha mutato il suo atteggiamento. Da una banca colomba che mantiene i tassi fissi a 0 e fa gonfiare le borse è diventata un falco. La Fed nel 2022 ha promesso tre aumenti di tassi che porteranno il tasto dallo 0 al 1%.

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Ma sappiamo bene che le borse in questi anni si sono gonfiate anche per le politiche ultra espansive delle banche centrali.

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Ma quando le banche centrali cominciano a sembrare meno amichevoli ecco che le cifre della borsa diventano estremamente fragili e basta uno spiffero, una notizia stonata per far temere il peggio.

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