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A marzo entrano in vigore due misure economiche per aiutare le famiglie: i dettagli

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Carmelo Giuffre

Come stabilito nell’ultima legge di bilancio, a partire dal primo di marzo entreranno in vigore due provvedimenti che, nelle intenzioni dell’esecutivo, supporteranno economicamente i nuclei familiari più disagiati. Vediamo nel dettaglio cosa sta succedendo. 

A partire dal primo di marzo di quest’anno, entrerà ufficialmente in vigore la nuova riforma dell’irpef che era stata introdotta nell’ultima legge di bilancio. Insieme a questa diverrà operativo anche l’assegno unico per le famiglie, una misura che, come scritto nel comunicato ufficiale con cui è stata presentata la misura, si propone di avere un carattere apertamente “redistributivo a favore dei nuclei familiari più vulnerabili e delle aree più svantaggiate del Paese”. Il comunicato è stato pubblicato dal Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia e ha inoltre calcolato che questi due provvedimenti che entreranno in vigore a partire dal mese di marzo, andranno a coinvolgere complessivamente circa ventidue milioni di famiglie. 

Sta per entrare in vigore l’assegno unico universale, quante famiglie aiuterà secondo il Dipartimento Finanze

Un numero importante per delle misure che si propongono di supportare economicamente la popolazione in un momento in cui, con l’emergenza sanitaria ancora in corso e in rincari sulle bollette, il costo della vita sta diventando insostenibile. Le misure sono state pensate, spiega il ministero, nei suoi requisiti per aiutare in primo luogo i nuclei familiari più svantaggiati. Secondo i calcoli fatti dal Dipartimento Finanze al momento ci sono circa un milione di famiglie che si trova ad essere vulnerabili economicamente, e vivono già adesso in condizioni svantaggiose. A loro vengono destinate al momento risorse economiche che dovrebbero essere pari a circa 1.935 euro l’anno. 

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Una cifra che dovrebbe incidere sul loro reddito lordo di circa l’undici per cento. La somma complessiva si riduce progressivamente con l’aumentare del reddito dichiarato dalla famiglie richiedenti fino ad arrivare a un minimo di cinquecento euro.

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