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Bonus

Superbonus, nessuno riparte: prezzi alle stelle e i tecnici hanno paura

Uno scenario nuovo e pesante sul bonus che ormai sembra sempre più bloccato da leggi dure e dissuasive.

Se il nuovo decreto sblocca cantieri voleva essere l’occasione per far ripartire il Superbonus 110%, molto probabilmente ha mancato decisamente il bersaglio.

Il governo mirava a riaprire le cessioni multiple, ma in realtà ha soltanto spaventato ancora di più il comparto. Vediamo di capire che cosa sta succedendo e perché dal bonus ormai c’è un clima di fuggi fuggi. Sono stati scoperti 4 miliardi e mezzo di euro di frodi nei confronti dei bonus casa. Da quel momento in poi è cominciata una specie di guerra fredda tra il Governo che non ama moltissimo questa misura da una parte e 5 Stelle e Lega che li avevano voluti dall’altra. Ma anche mettendo da parte i botta e risposta spesso piccati e risentiti, il problema è che i cantieri si sono fermati. Anche perchè il rincaro dei prezzi spesso fa a pugni coi massimali.

Un decreto che crea apprensione

Questo perché il governo ha pensato bene di mettere un limite ad una sola cessione del credito. Con un limite del genere i cantieri si sono bloccati e persino le banche hanno cominciato a non accettare più i crediti. Con il nuovo decreto teoricamente doveva tornare il sereno e il governo ha assicurato che sarebbe stato così. Ma a leggere la nuova normativa in realtà sono più i dubbi che le rassicurazioni. Innanzitutto il limite a tre sole cessioni dei crediti secondo molti è veramente poco anche perché tutte quelle successive alla prima dovranno essere fatte necessariamente tra banche, peraltro banche appartenenti ad una lista ristretta e sotto lo stretto controllo della Banca d’Italia.

I tecnici non vogliono asseverare

Se questa norma è sicuramente un deterrente alle frodi dall’altro è anche un deterrente lavori stessi. Ma quel che è peggio sono le sanzioni durissime in capo ai tecnici asseveratori. Il tecnico che sbagli nell’asseverazione, persino se viene dimostrato che la sua è stata solo colpa e che non c’è il dolo, rischia la sanzione da 50.000 a €100.000 e la detenzione da 2 a 5 anni di carcere. Se poi si prova anche il dolo le pene sono addirittura aumentate.

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Questa è una situazione ormai di panico per i tecnici asseveratori, perché sono tanti quelli che ormai si rifiutano di asseverare le spese. In effetti il rischio che si prendono chiaramente è superiore al guadagno che traggono. Anzi si inizia a parlare addirittura di assicurazioni dei tecnici asseveratori onde evitare rischi. Secondo molti esperti del mondo dell’edilizia questo nuovo decreto non sbloccherai cantieri, ma rischia soltanto di rendere tutto molto più complesso.

Salvatore Dimaggio

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