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Crisi Ucraina, il pericolo per le borse europee arriva da un report di Goldman Sachs

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Carmelo Giuffre

Le borse europee aprono in ribasso a causa della crisi ucraina, e la situazione se lo scontro geopolitico continua, è destinata a peggiorare. Vediamo nel dettaglio perché. 

Com’era prevedibile, le borse europee stanno registrando in questi giorni dei forti ribassi a causa della crisi ucraina e della conseguente instabilità geopolitica. Anche nella giornata di oggi infatti, la borsa europea è partita malissimo, per poi recuperare terreno prima della fine della giornata. A tenere banco naturalmente, c’è anche la questione dei rincari energetici, con il gas naturale che nella borsa olandese ha toccato quota 81, 45 euro. Ma gli analisti temono che le cose nelle prossime settimane possano anche andare peggio, perché il blocco del gasdotto Nord Stream 2 inizia a preoccupare gli investitori di tutto il mondo. Si tratta di una struttura che permette di far arrivare il gas russo direttamente sul suolo tedesco, e la cui inaugurazione viene ormai rimandata di continuo da mesi. 

Crisi Ucraina, il blocco del Nord Stream 2 inizia a preoccupare gli analisti finanziari

Il motivo? L’Unione Europa ha chiesto alla Germania di non procedere, per poter avere un ulteriore arma negoziale contro Putin da utilizzare. La situazione è molto tesa, e il perché lo si può ben comprendere da un tweet recentemente pubblicato dall’ex premier russo Medvedev: “il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha emanato un’ordinanza per fermare il processo di certificazione del gasdotto Nord Stream 2. Bene. Benvenuto nel nuovo mondo in cui gli europei molto presto pagheranno 2mila euro per mille metri cubi di gas naturale“.  Negli ultimi giorni inoltre, l’istituto di credito americano Goldman Sachs ha pubblicato un nuovo rapporto.

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Un documento in cui gli analisti hanno stimato che, nel caso in cui il conflitto tra Mosca e Kiev raggiungesse il punto di non ritorno con delle nuove sanzioni economiche contro la Russia, i mercati europei crollerebbero immediatamente, perdendo una percentuale vicina al 9 per cento.

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