Terrore per i risparmi. Un inizio di settimana ad alta tensione perché la guerra in Ucraina fa paura.
Mentre si guarda con grande speranza ai negoziati in Bielorussia, gli investitori e risparmiatori in generale sono veramente preoccupati. Siamo all’interno di una situazione profondamente indeterminata e le borse potrebbero subire un autentico crollo che però non è dato assolutamente per scontato dagli analisti.
L’evoluzione delle trattative in Bielorussia da una parte, ma anche l’evoluzione dello scenario bellico in Ucraina dall’altra spaventano le borse che dopo un ottimistico rimbalzo alla fine della scorsa settimana, aprono questo lunedì in modo veramente pesante. Già nella notte i futures sul NASDAQ segnavano meno 3% non lasciando presagire nulla di buono. Ma in realtà la situazione per le borse e per l’economia reale è molto differente. Sappiamo bene che le borse possono contare sugli aiuti colossali delle banche centrali e della Fed innanzitutto.
Anzi paradossalmente sono proprio i venti di guerra a disinnescare le paure di un aumento dei tassi da parte della Fed. Infatti durante l’epoca covid le borse sono salite veramente tanto proprio in virtù delle politiche ultra accomodanti delle banche centrali. Il vero timore era arrivato nell’ultimo paio di mesi, allorquando la Fed aveva cominciato ad annunciare un cambio di politica molto netta ed un possibile aumento dei tassi anche multiplo. Con la guerra la possibilità concreta di un aumento dei tassi sembra oramai lontanissima e le borse se è vero che sono preoccupate per il conflitto è anche vero che lo erano ancor di più di un aumento dei tassi.
I problemi veri sono per l’economia reale. Infatti la guerra e i tassi ostinatamente a zero secondo molti faranno letteralmente esplodere l’inflazione e per i risparmi dei cittadini saranno dolori. Ma saranno dolori soprattutto per quella fascia di italiani ed europei sempre più corposa che vive ad un passo dalla soglia di povertà. Si tratta di milioni di famiglie che cercano a stento di sopravvivere e che con questi forti rincari probabilmente non ce la faranno.
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Se l’ansia delle borse può essere facilmente mitigata da un comunicato accomodante di Jerome Powell è l’economia reale che rischia concretamente di sgretolarsi sia sul fronte delle famiglie che secondo Confesercenti contrarranno gli acquisti addirittura 4 miliardi e sia sul fronte di tutte quelle imprese che ormai non ce la fanno più a produrre a questi prezzi.
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