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Reddito di base: “tu l’hai già chiesto online?” Il clic che cambia la vita

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Salvatore Dimaggio

Il momento che sta attraversando l’economia italiana è di particolare difficoltà. Tanti speravano che l’uscita dal covid avrebbe costituito un momento di rinascita per l’economia del Paese ma in realtà non è così.

La fortissima ondata di inflazione sta spingendo al di sotto della soglia di povertà tantissime famiglie italiane e per quanto riguarda il mondo del lavoro, i contratti pre-covid a tempo indeterminato vengono sostituiti con nuovi contratti precari che non offrono alcuna garanzia al lavoratore.

Dunque gli italiani stanno vivendo una congiuntura di forte apprensione per il loro futuro e anche l’arrivo di una semplice bolletta rischia ormai di mandare a monte i piani che è una famiglia aveva fatto per il mese. Caritas ed altri osservatori della realtà italiana sottolineano come sempre nuove povertà emergano e soprattutto come la maggior parte del lavoro, specie per i giovani, oggi sia lavoro povero. Ma una prospettiva completamente nuova sta sorgendo nell’ambito dell’Unione Europea. Si tratta del reddito di base universale. È diventato un argomento caldo tra la gente e se ne parla tantissimo ormai.

Tanti lo chiedono online

Tanti Italiani lo stanno chiedendo on-line sull’apposito sito dell’Unione Europea, ma cerchiamo di fare chiarezza. Il reddito di base universale è un reddito garantito a tutti, sia adulti che bambini ed è concepito come un diritto inalienabile dell’uomo. L’Unione Europea sta discutendo se istituire questo reddito erogato a tutti senza condizione. Dunque senza ISEE e senza richiesta di una ricerca di lavoro. Secondo molti economisti l’istituzione del reddito di base sarebbe un toccasana sia per l’equilibrio mentale della gente sempre più stressata dall’incertezza economica ma anche per le per l’economia nel complesso.

Un’arma forte contro la povertà ma appesa ad un filo

Tanti progetti pilota sono partiti in Europa, ma si punta a farlo diventare un vero e proprio diritto di tutti i cittadini europei. Ma attualmente siamo soltanto in una fase referendaria. Infatti cercando su Google si può facilmente trovare il sito dell’Unione Europea sul quale è possibile partecipare al referendum. Se entro giugno sarà raccolto un milione di firme il reddito di base universale potrà diventare una realtà per tutti gli europei. Ma attenzione, prima deve essere approvato dal Parlamento Europeo.

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Per fare un esempio pratico in Catalogna dove un progetto pilota è già partito, gli adulti percepiscono tra i 700 e i €900 al mese mentre i bambini percepiscono €300 al mese. Ma il reddito di base universale sebbene costituisca la migliore arma contro la povertà diffusa è appeso ad un filo. Se il referendum a giugno dovesse fallire questa straordinaria opportunità sarà persa. Diventa determinante dunque firmare il referendum on-line.

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