La guerra è la peggior patrimoniale: sui conti correnti sta avvenendo un massacro.
La guerra è una patrimoniale ingiusta che non punta ad equilibrare il reddito, ma soltanto a colpire selvaggiamente tutti ed indistintamente. Gli economisti mettono in guardia relativamente agli effetti della guerra in Ucraina sulla nostra già fragile economia. Vediamo che cosa sta succedendo.
L’inflazione alla fine del 2021 ha cominciato a crescere in maniera imprevista e potente. Le banche centrali inizialmente hanno assurdamente legato il fenomeno o l’hanno derubricato ad una questione ininfluente ma in realtà ben presto si è visto che mostro fosse l’inflazione attuale. Attualmente l’inflazione in Italia gravita attorno al 6%, una cifra pesantissima capace di mettere in ginocchio famiglie e imprese attraverso i rincari che stiamo vedendo purtroppo in questi mesi. Il problema è che i rincari non sono certo finiti e le bollette, la benzina e tutte le altre voci di spesa continueranno ad aumentare, gonfiati tra l’altro, proprio da guerra. Ma il problema maggiore è sui conti correnti.
L’importante è chiarire un punto: i conti correnti e gli stipendi si stanno svuotando di valore a causa dell’inflazione e della guerra. Questa è la peggiore delle tasse e la peggiore delle patrimoniali perché anche se virtualmente un lavoratore guadagna sempre la stessa cifra, in realtà quello che può comprare con quella cifra diventa notevolmente più basso. Per quanto riguarda i risparmi poi la stangata è tremenda. Il potere d’acquisto reale dei soldi tenuti sul conto si sta deprezzando di giorno in giorno e gli italiani stanno tragicamente sottovalutando gli effetti a lungo termine di tutto ciò.
Difendersi dall’inflazione non è facile: tanti Italiani ricorrono i buoni fruttiferi postali e sono certamente un buon strumento, ma purtroppo il riparo che danno dall’inflazione è molto contenuto rispetto ai volumi attuali del problema. Inoltre gli effetti dell’inflazione sono sistemici. Infatti vanno a toccare anche produzione ed occupazione. Insomma un danno a trecentosessanta gradi.
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Vediamo perchè. Se sommiamo la perdita di potere d’acquisto dell’Euro alle temute stangate in arrivo sulla casa decisamente la situazione per gli italiani non è positiva. Anche perché l’inflazione rischia di bloccare tante aziende italiane dunque di gonfiare il problema della disoccupazione del precariato già drammatici.
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