Redazione

Disclaimer

Privacy Policy

Putin pretende il pagamento del gas in rubli: che significa per l’Italia

Foto dell'autore

Salvatore Dimaggio

Un nuovo importante tassello si aggiunge al delicato puzzle della guerra in Ucraina e del temuto default russo.

La Russia è stretta nella morsa di un embargo internazionale molto duro. Secondo molti economisti ed agenzie di rating si avvicina al default. Ma non bisogna dimenticare che l’orso russo ha dalla sua la grande risorsa del gas e adesso pone una condizione in grado di sparigliare le carte.

È stato proprio Vladimir Putin ad annunciare che i paesi che si stanno contrapponendo alla Russia continueranno ad avere il gas ma dovranno necessariamente pagarlo in rubli.

Rinforzare il rublo

È una richiesta non da poco perché il rublo dopo il pesante embargo internazionale ha avuto un autentico crollo. Eppure anche grazie all’abilità della banca centrale russa il rublo è stato capace però anche di avere un sostanzioso recupero.

Chiedere ai “paesi ostili” di pagare il gas in rubli invece che in dollari o in euro ha un riflesso diretto sull’economia russa e soprattutto sul rublo. Questa mossa da parte di Mosca punta chiaramente a rafforzare la sua valuta. Vediamo perché. Per poter pagare il gas in rubli tutti i paesi che acquistano il gas russo (e tra questi c’è anche l’Italia) dovranno necessariamente comprare i rubli dando in cambio dollari, euro o altre valute.

Gas in rubli per i paesi ostili

Questo sul mercato internazionale delle divise avrà un effetto immediato perché rinforzerà la valuta russa a danno delle altre. Grazie a questa mossa molto astuta il rublo continuerebbe la sua opera di recupero sulle altre valute. Attualmente ci vogliono 102 rubli per avere un dollaro mentre prima dello scoppio della crisi Ucraina servivano 84 rubli per avere un dollaro americano. Dunque è evidente come il rublo a causa dell’attacco dell’Ucraina abbia perso notevolmente rispetto alle altre monete. Eppure nel pieno della crisi il dollaro veniva scambiato addirittura con 139 rubli. Dunque il recupero è notevole.

La sfida del default russo

Ma se con questa mossa il governo di Putin punta a dare ossigeno alla sua valuta non è chiaro quale impatto potrà avere sul rischio di default. Effettivamente la Russia sta cercando di onorare i suoi impegni internazionali ed il pagamento delle cedole relative a due eurobond lo dimostra. Eppure secondo le società di rating internazionale risulta molto difficile che la Russia riesca a rispettare gli impegni sulla grossa massa di cedole internazionali.

Conseguenze per l’Italia

Quella di Putin ha l’aria di una sfida, ma anche è anche una mossa molto concreta. Uno scenario molto complicato quello in corso, ma questa mossa di Putin offre una chance in più alla sua economia di salvarsi dal default. Se questa mossa indebolisce ed aggira l’embargo e viola gli accordi (ed infatti l’Europa probabilmente si opporrà), ha però anche un duplice effetto positivo per l’Italia. Innanzitutto la Russia si impegna a continuare ad erogare gas. In secondo luogo un (tenue) allontanamento dello spettro del default non è male, perché il default russo potrebbe portare una destabilizzazione economica globale che non farebbe bene a nessuno. In primis non farebbe bene alle tante banche (Unicredit in testa) ed aziende italiane esposte sulla Russia.

Impostazioni privacy