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Luce e gas: razionamento inevitabile, cosa ha deciso il Governo, prossimi tagli

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Salvatore Dimaggio

Fino ad ora si era parlato di razionamento come di un’ipotesi piuttosto teorica, ma adesso il razionamento appare praticamente inevitabile.

L’economista Benedettini ad Huffington Post descrive un quadro purtroppo poco incoraggiante.

Il taglio del gas russo avrà un vero e proprio effetto domino sull’economia italiana perché significherà forniture perennemente a singhiozzo, tanti posti di lavoro a rischio e bollette alte.

Come funzionerà il razionamento

D’altra parte già Putin lo aveva detto: per l’Europa sostituire il gas russo al momento è impossibile. D’altra parte è ormai noto che il governo sta preparando da tempo il razionamento.

La battuta di Draghi sui condizionatori purtroppo non era soltanto una battuta. Gli accordi conclusi dal governo con vari paesi africani non eliminano il problema di fondo: al momento sostituire il gas russo è assolutamente impossibile. Vediamo a cosa dobbiamo prepararci. Sicuramente in caso di razionamento sarebbe tagliata l’illuminazione pubblica e questo secondo gli esperti potrebbe favorire la criminalità e soprattutto la microcriminalità. Ma anche i condizionatori e riscaldamenti sarebbero inevitabilmente razionati.

Un razionamento pesante per l’economia

I vari discorsi sui gas algerini e sulle energie rinnovabili in realtà sono discorsi a lungo termine che al momento attuale non possono portare alcun refrigerio al nostro paese. Anche Angola e Congo saranno coinvolti in questi affari ma il problema resta sempre quello: se la Russia o l’Unione Europea decidono di colpo di interrompere questo rapporto d’affari così tormentato, gli italiani resteranno con lo scenario di un pesante razionamento. Gli scenari possibili in realtà sono due. Putin per rispondere al coinvolgimento della NATO nella guerra in Ucraina potrebbe chiudere i rubinetti come ritorsione.

Due anni di recessione per l’Italia

L’ha minacciato già tante volte e questo potrebbe diventare presto realtà. La seconda ipotesi è quella in cui sarebbe l’Unione Europea a chiudere i rapporti con la Russia. Il problema è che l’Unione Europea per avere il gas russo paga una bolletta altissima a Putin e molti protestano per questo perché in pratica noi stiamo finanziando la guerra di Putin e dunque paradossalmente siamo seppur involontariamente tra gli sponsor del leader russo che teoricamente stiamo avversando. Quindi in realtà ci sono due possibili vie attraverso cui si può arrivare questo temutissimo razionamento. Bisogna ricordare che la Banca d’Italia ha previsto addirittura due anni di recessione per l’Italia in caso di chiusura delle forniture russe. Uno scenario tremendo che farebbe esplodere povertà e disoccupazione.

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