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Ucraina: la guerra costa cara agli italiani su mutui, pensioni ed occupazione

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Salvatore Dimaggio

La guerra in Ucraina è una catastrofe umanitaria, ma è anche catastrofica per la nostra economia.

L’Italia si ritrovata catapultata in uno scenario di guerra e tante cose stanno peggiorando per la nostra economia e peggioreranno ancora.

La guerra è una tragedia collettiva e gli italiani ne stanno sentendo il peso più immediato sulle bollette.

Bollette ed aumento dei prezzi

La guerra in Ucraina ha messo le ali ai piedi all’inflazione e di conseguenza tutto costa più caro: gas, luce benzina, nulla si salva dai terribili rincari e per le famiglie italiane è emergenza vera.

Sono milioni ormai le famiglie in povertà. Addirittura quattro milioni di famiglie non sanno come pagare le bollette. Gli italiani chiedono in massa il Reddito di base europeo sull’apposito sito dell’unione europea. Questo non sorprende perchè orma la percezione diffusa è chi possa mancare anche il minimo per andare avanti. Ma la stangata vera può arrivare sulle pensioni.

Pensioni e bilancio dello stato

Sulle pensioni la guerra incide in modo pesantissimo. Da una parte abbatte il potere d’acquisto delle pensioni stesse. Sembrano uguali ma non bastano più per nulla con i rincari. Ma d’altra parte il peso enorme della guerra sul bilancio dello Stato rischia di far saltare qualsiasi speranza di evitare la Fornero. Gli esperti del settore lo stanno sottolineando con forza. Ogni trattativa è sempre possibile ma è chiaro che più il bilancio dello stato è appesantito da minori tasse ed elargizioni di denaro continue e più le possibilità di una riforma pensionistica umana e dignitosa si riducono.

Disoccupazione

La Banca d’Italia è stata chiara: la guerra ha un peso importante sulla nostra economia. Addirittura se la Russia dovesse chiudere il rubinetto del gas andremo incontro a due anni di recessione. Prospettive disastrose per l’economia e la disoccupazione. Già oggi il dramma del lavoro povero si sta facendo sentire in tutta la sua durezza. Mettendo da parte le favole sugli italiani che non hanno voglia di lavorare, i numeri ci dicono che a fare le file alla Caritas sono sempre più spesso giovani lavoratori che sfacchinano 12 ore al giorno per paghe da fame.

Per poveri e lavoratori poveri il costo è tremendo

La mancanza di una stato sociale in una situazione così drammatica si sente con forza. La mancanza di un reddito di base, di un salario minimo garantito ed il fatto che il Reddito di Cittadinanza più della metà dei veri poveri non riesce a percepirlo fa si che il rischio della rabbia sociale sia sempre più forte.

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