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Rublo forte e rischio recessione: la tenaglia che può stritolare i risparmiatori italiani

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Salvatore Dimaggio

L’inflazione e la guerra in Ucraina sono un gravissimo problema per gli italiani.

A più livelli questa grossa crisi internazionale colpisce il nostro paese e lo rende economicamente debole.

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Le famiglie hanno sempre più difficoltà ad andare avanti e le imprese rischiano seriamente di chiudere.

La guerra delle monete e l’aumento dei costi

L’aumento del costo delle materie prime è un forte problema sia per le famiglie che hanno difficoltà a fare la spesa e a pagare le bollette sia per le imprese che spesso producono quasi senza margini se non in perdita.

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Un forte paradosso di questa guerra è la questione delle monete. La Russia è in grosse difficoltà economiche e secondo alcuni sarebbe addirittura vicino al default. Eppure la sua moneta, il rublo è fortissima. Bloomberg sottolinea come su 22 monete monitorate dall’inizio dell’anno addirittura il rublo sia quella crescita di più in assoluto. In questo 2022 a dispetto della guerra il rublo è cresciuto più del dollaro.

Rublo forte, euro debole e dipendenza dal gas

Ci sono tante motivazioni alla base di questo apparente paradosso, ma una è dovuta al fatto che Putin pretende il pagamento del gas in rubli. Dall’altra parte però abbiamo anche un euro debolissimo. Infatti l’euro nel cambio con il dollaro è ai minimi da 20 anni. Quindi nonostante la Russia stia perdendo la guerra in Ucraina a farne le spese in maniera profonda è l’Europa e quindi anche l’Italia. I conti correnti degli italiani vengono erosi dall’inflazione, il potere di acquisto delle famiglie diventa sempre più risicato e si parla ormai apertamente di un rischio recessione a carico del nostro paese così come di tutta l’Europa.

La fine dell’Euro?

Ma se l’euro diventasse sempre più debole potrebbe essere la fine delle della moneta unica e dell’Europa? E’ sicuramente troppo presto per fare discorsi di questo genere tuttavia quello che sta succedendo in Ucraina ha messo in luce una forte debolezza da parte del continente europeo che oggi paga un costo veramente importante a questa guerra. Tante imprese e tante famiglie protestano vivacemente contro gli alti costi di guerra eppure paradossalmente se anche la guerra finisse domani, cosa altamente improbabile, gli effetti sull’inflazione sarebbero duraturi e sicuramente non si estinguerebbero presto.

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