La crisi energetica e il caro bollette stanno producendo i primi effetti negativi sulle imprese. È già iniziato il lockdown dei negozi
Continua l’allarme economico per molte attività e imprese italiane a seguito della pesante inflazione che si è abbattuta sul Paese. Ad aggravare ancora di più la situazione è certamente la questione del rincaro energetico, trainato soprattutto dal taglio delle forniture di gas da parte di Putin, dalla speculazione dei mercati e, soprattutto, dal conflitto tra Russia e Ucraina.
Se inizialmente la situazione geopolitica che sta sconvolgendo l’Europa ci appariva come lontana e di interesse relativo, ora e conseguenze economiche del conflitto (da cui sono scaturite le sanzioni e le reazioni russe) sono molto più concrete e prossime. Da mesi, infatti, le bollette di luce e gas hanno visto impennare i prezzi, mettendo in difficoltà famiglie e imprese. Ma ora i negozi rischiano un vero e proprio lockdown. Ecco perché.
Il caro bollette è diventato rapidamente il problema principale per l’economia del nostro Paese. Il governo dimissionario, guidato da Mario Draghi, dovrà affrontare ancora una volta le difficoltà di una crisi, nonostante tra meno di venti giorni gli italiani saranno chiamati al voto.
Ma un intervento da parte del governo è richiesto da tutte le forze politiche, in quanto a causa dell’aumento delle bollette ora i negozi rischiano un vero e proprio lockdown. È sempre più probabile, infatti, una riduzione degli orari di aperture, mentre per alcune attività potrebbe essere contemplata la chiusura totale. Molte attività, infatti, risultano oppresse dai rincari delle bollette, oltre che dai prezzi degli affitti in aumento.
Problemi che coinvolgeranno attività come hotel, ristoranti e bar, messe in difficoltà dai rincari energetici. Ma molte di queste rischiano di chiudere così come successe con il covid. Sono tanti gli imprenditori ed esercenti che chiedono aiuti da parte del governo.
Secondo un’indagine di Confcommercio, su 704 imprese il 15% crede che ci sarà a breve l’ombra delle chiusure per evitare il collasso energetico. Il 10% pensa che potrebbero esserci delle concrete sospensioni temporanee delle loro attività, mentre il 66% vede nella riduzione di utilizzo di illuminazione e aria condizionata o riscaldamento, una delle soluzioni più efficaci per contrastare i rincari.
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